Da bambino prodigio a indiscusso Re del Pop, Micheal Jackson sarà sempre ricordato come un genio assoluto del panorama musicale degli anni 80 e 90, un abile ballerino che ha cambiato e rivalutato il corso della danza, il bambino che non è mai riuscito a crescere, l’uomo che ha rifiutato la sua stessa pelle per divenire bianco, le luci e le ombre di un personaggio che ancora oggi riesce ancora a dividere il mondo in due. Oggi da quel 2009 sono passati dieci anni e a quanto si può apprendere non ci saranno omaggi in suo onore, nessun tributo a quel talento che per la sua musica andrebbe comunque ricordato, nonostante tutto. Il mondo dello spettacolo funziona così e non importano le motivazioni, le scusanti, non importa quanto grade sei stato, quando la spirale dei tuoi vizi e gli scandali ti colpisce, si preferisce dimenticare, piuttosto che prendere una posizione in merito.
Si era parlato di un concerto in onore di Jackson a Londra, targato Quincy Jones, che all’ultimo momento si è trasformato in uno spettacolo incentrato sulle musiche dei grandi film, mentre il tanto annunciato musical a Broadway, ancora non riesce a prendere vita,problemi di produzione, dicono. La verità è che nonostante le accuse di pedofilia e i relativi processi, siano terminati con un assoluzione per il cantante, Jackson è ancora un personaggio “scomodo”, sopratutto in momento storico in cui gli scandali sessuali nel mondo dello spettacolo sembrano aumentare giorno dopo giorno. Certo non ha aiutato il documentario “Leaving Neveralnd” con i protagonisti che testimoniano il “dietro le quinte” del Re del pop, un ulteriore modo per dividere i suoi fans. Jackson quindi era innocente o colpevole? Ma sopratutto chi era Micheal Jackson? Un genio della musica o un predatore sessuale, vanesio e pedofilo?
Non ci sarà nessuna risposta, ovviamente, perchè il cantante statunitense era tutto questo o forse niente di questo, la sua vita privata, come potrebbe essere la nostra vita privata, apparteneva a lui, con le sue luci e le sue ombre, a noi dovrebbe interessare solo quello che abbiamo avuto il piacere di ascoltare per oltre trent’anni, album che hanno fatto la storia della musica, come “Thriller” o “Bad”, non c’è persona sulla terra che non conosca almeno una canzone di Jackson o che abbia copiato il suo look o abbia provato a ripetere il suo Moonwalkin nella memorabile “Billie Jean”. Gli anni 80, quando ricordati, vedranno sempre lui come uno dei protagonisti, un rivoluzionario che non è riuscito a crescere del tutto, che della sua musica ha fatto vizio e virtù. E alle generazioni attuali, quelle che al posto di chiedere “Chi erano i Beatles?” chiederanno “Chi era Micheal Jackson?”, potremmo tranquillamente rispondere “Un genio che ha fatto ballare gli zombie”. Perchè bisogna sempre raccontare la faccia della Luna che vediamo.