Il 7 luglio del 1901, nasceva a Sora, cittadina oggi situata in provincia di Frosinone nel Lazio ma, all’epoca, appartenente alla cosiddetta Terra di Lavoro, nella regione Campania, il grande Vittorio De Sica. Prima di trasferirsi a Roma, dove visse e lavorò, egli trascorse alcuni anni della sua giovinezza a Napoli, città con la quale ebbe sempre un rapporto speciale ed intenso. “La mia attività da regista la svolgerei tutta a Napoli. Napoli è la città più fotogenica e più umana di tutto il mondo”, queste le sue parole e non è, dunque, un caso che due dei suoi più importanti capolavori trovino ambientazione proprio nel capoluogo campano. Ci riferiamo, chiaramente, a Matrimonio all’italiana (trasposizione cinematografica di Filumena Marturano di De Filippo, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni) e, soprattutto, a L’Oro di Napoli, con, tra gli altri, Totò, Eduardo De Filippo e Sophia Loren.
Sicuramente da citare, però, sono pure, tra le tante, altre pellicole da lui dirette, le quali, di diritto, sono entrate nella storia della cinematografia italiana e mondiale: Ladri di biciclette, I bambini ci guardano, Sciuscià, La ciociara, Miracolo a Milano, Ieri oggi domani, Il giardino dei Finzi Contini, Umberto D.
De Sica è stato il padre del Neorealismo nel Cinema, con uno sguardo attento e sensibile sulla condizione precaria e drammatica delle classi sociali più deboli negli anni duri del secondo dopoguerra. In lui, in aggiunta, hanno trovato definizione pure tutte quelle venature espressive che sono andate a costituire quella che oggi chiamiamo Commedia all’italiana.
Vincitore di ben 4 premi Oscar per la categoria “miglior film straniero” – oltre ad innumerevoli altri premi e riconoscimenti internazionali – il regista di Sora si è distinto però, oltre che per la regia e la sceneggiatura, anche per le sue enormi qualità attoriali in moltissimi film del secolo scorso che l’hanno visto protagonista. Egli è stato, senza dubbio, un Maestro del grande schermo, un pezzo della nostra storia e della nostra culura, conosciuto, studiato, apprezzato e stimato, ancora oggi, in Europa e Oltreoceano.
Morì, in Francia, il 13 novembre del 1974, proprio nell’anno dell’uscita della sua ultima opera, Il viaggio.