Il Festival ArTelesia di Benevento vedrà fra i protagonisti la bravissima Marial Bajma Riva, con il suo ultimo lavoro “La regina dei salotti” che ha brillantemente diretto e interpretrato. Il cortometraggio è vincitore del premio miglior cortometraggio per la sezione “Io mi appartengo”. Il corto/documentario è ispirato al libro: “La Signora dei Segreti” di Candida Morvillo e Bruno Vespa, racconto preciso e dettagliato di sessant’anni della nostra storia attraverso l’avventurosa scalata sociale di una ragazza venuta dal nulla, una giovane e bellissima mannequin decisa a lasciarsi alle spalle le pene e le ristrettezze della guerra, riuscendo a diventare contessa de Beurges e poi signora Angiolillo.Incinta e nubile, gestirà il “figlio della colpa” e un figlio segreto, oltre a un matrimonio in odore di bigamia, con grande accortezza ed intraprendenza. Il regista ha saputo condensare in un cortometraggio una storia che sottolinea il valore dell’autostima e la determinazione nel perseguire il proprio progetto di vita. In altri termini appartenersi.
Abbiamo già apprezzato l’attrice nella sua ultima fatica teatrale, la traspospizione teatrale del celebre film di Dino Risi “Il sorpasso“, in cui ha, con delicatezza e professionalità,interpretrato Lilli. Sfruttando l’occasione del Festival ArTelesia abbiamo scambiato con lei qualche domanda,per conocerla meglio.
Salve Marial,partiamo dall’inizio,come nasce la tua passione per il Teatro?
Più che per il teatro direi per la recitazione. Innanzitutto, il mio percorso artistico inizia con la danza, infatti all’età di 12 anni sono stata ammessa all’Académie de Dance Princesse Grace di MonteCarlo, una delle più importanti accademie europee di danza classica, dove ho vissuto, lontana dalla famiglia, fino all’età del mio diploma a 17 anni. È stato lì, a metà del mio percorso, quando cominciai a fare le imitazioni dei miei insegnanti che mi accorsi di avere una predisposizione per la recitazione. Sostenuta anche dal Direttore Luca Masala, che elogiava spesso la mia espressività e la mia capacità di stare “sotto i riflettori”, feci uno stage per due estati consecutive al Boston Conservatory, nota scuola di musical degli Stati Uniti, coniugando così danza e recitazione, dove mi resi presto conto però ,che ciò che realmente volevo era diventare un’attrice. Non persi tempo e l’anno stesso del mio diploma di ballerina, fui accettata all’accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico di Roma.
Ti abbiamo apprezzata nel bel progetto teatrale di Guglielmo Ferro”Il Sorpasso”, come hai affrontato un classico della commedia italiana?
È stata una bella sfida! Portare a teatro un film cult come “Il sorpasso” non è cosa facile, soprattutto se devi confrontarti con dei colossi del cinema come Gassman, Trintignat o la stessa Catherine Spaak . Io ho cercato di dare una mia lettura del personaggio, provando ad immedesimarmi in una giovane ragazza degli anni 60, con un padre come Bruno Cortona. Fondamentali e preziosi sono stati i consigli di Giuseppe Zeno ed il sostegno di Cristiana Vaccaro, Luca Di Giovanni e tutti i miei colleghi, che dopo questa bellissima esperienza sono diventati anche degli amici.
Abbiamo avuto modo di vedere qualche scena del tuo cortometraggio (E ci è molto piaciuto) da dove nasce l’idea?
L’idea nasce dal libro “La Signora dei segreti” scritto da Candida Morvillo e Bruno Vespa. Fin dalle prime pagine mi sono appassionata e affezionata alla storia e al percorso di questa incredibile donna, che partendo dal niente ha saputo vincere da sola le difficoltà di un epoca come il dopoguerra, creandosi un futuro e realizzando le proprie ambizioni e i propri sogni. Il personaggio di Maria Angiolillo, col suo carattere forte e intraprendente, mi aveva conquistata. Volevo realizzare qualcosa su di lei! Così ho deciso di farne un cortometraggio/documentario, lavorando sia da attrice che da regista. L’aver lavorato in prima persona all’adattamento del testo, ai costumi, alle musiche e alle inquadrature mi ha permesso di sperimentare il punto di vista di un’altra figura professionale del settore. Non posso non ringraziare Giorgio Cantarini per la collaborazione e la partecipazione al progetto e Candida Morvillo, che dopo aver visto il cortometraggio ha voluto incontrarmi per complimentarsi e darmi la sua approvazione.
Chi potrebbe essere un tuo modello fra le attrici italiane di oggi?
Sicuramente Valeria Golino, che ho anche avuto l’onore di conoscere. Oltre ad essere un’attrice eclettica e dalla straordinaria bravura, che ha avuto un percorso artistico internazionale, è anche un’affermata regista. Insomma, è completa.
Sei giovane e tanti successi da vivere, un sogno nel cassetto che ti piacerebbe realizzare?
Vedere il Mondo! Lavorare a livelli alti, in produzioni anche straniere, sfruttando la mia conoscenza delle lingue, e avere l’opportunità di viaggiare in epoche, personaggi e luoghi sempre diversi.
Terminiamo con la classica domanda, progetti futuri?
Aspettando l’uscita del film canadese “1991” diretto da Ricardo Trogi, a cui ho preso parte l’autunno scorso, in questo momento sono sul set di una nuova serie TV , e a giugno sarò su un film opera prima, e … non posso dire di più .
A luglio invece sarò in scena nella prestigiosa cornice di Villa Medici a Roma con “Il gioco dell’amore e del caso” di Marivaux con la regia di Muriel Mayette-Holtz (attrice, regista, ex direttrice della Comédie Française di Parigi ed attuale direttrice dell’Accademia di Francia Villa Medici). Una commedia, in costume d’epoca, in cui reciterò sia in francese che in italiano.
Un grosso in bocca al lupo per il futuro di questa artista, di cui sicuramente sentiremo parlare molto.