Dopo la cittadinanza onoraria attribuitagli, qualche mese fa, dal Comune di Napoli, è arrivato un altro importante riconoscimento per Alberto Angela, da parte di un’altra grande città campana. Il noto paleontologo, conduttore e divulgatore del piccolo schermo – figlio dell’altrettanto noto Piero Angela –, infatti, è divenuto cittadino onorario anche di Pompei. La motivazione contenuta nella delibera consiliare che ha espresso il conferimento, approvata lo scorso 8 ottobre, è stata la seguente: “La sua attività di giornalista e scrittore, nonché di scienziato di chiara fama, l’ha portato a sviluppare una conoscenza e una competenza verso il monumento archeologico di Pompei, diventando così eccellente divulgatore del sito più apprezzato in Italia e nel mondo”. Proprio agli Scavi, del resto, è stata dedicata una delle ultime puntate del suo programma Rai.
La cerimonia si è tenuta, Mercoledì 17 ottobre, in piazza Bartolo Longo, nei pressi del Santuario della Madonna del Rosario, davanti ad una platea numerosissima, composta principalmente da giovani studenti delle scuole, per i quali, lo studioso è diventato un vero e proprio punto di riferimento. Oltre al Sindaco, Pietro Amitrano, e ai consiglieri, erano presenti anche l’arcivescovo Tommaso Caputo, il direttore generale del “Grande progetto Pompei”, Mauro Cipoletta, e l’archeologo e storico Antonio De Simone, che Angela ha riconosciuto come uno dei suoi più grandi maestri, nonché come sua guida.
Enorme è stata l’emozione per il divulgatore, il quale ha sottolineato come nella città del sito archeologico più famoso al mondo, praticamente, si senta, ogni volta, a casa sua. “È bello tornare a casa. Ogni anno, da 25 anni, vengo a Pompei una volta almeno. Dormo qui, in uno degli alberghi locali, e pranzo nei ristoranti dove, 25 anni fa approdai la prima volta e mangiai il miglior spaghetto mai assaggiato. Qui mi sono sempre sentito come uno studente che, dopo le sue ricerche, si rifugia nell’abbraccio della sua famiglia. Che siete voi ora qui intorno a me”. Queste le sue parole.
Durante il discorso, inoltre, egli ha avuto modo di soffermarsi anche sulla recentissima scoperta di un’incisione a carboncino di un operaio sul muro di una domus, risalente, esattamente, al 17 ottobre (coincidenza!) di 1939 anni fa. Ebbene, il ritrovamento ha avvalorato un’ipotesi che, tra altri studiosi, anche Alberto Angela aveva sostenuto, nel 2014, nel suo libro “I tre giorni di Pompei”, ovvero quella che l’eruzione del 79 d.C. fosse avvenuta, appunto, in ottobre e non in agosto.
“È il coronamento di un lavoro durato venticinque anni. Ma devo sottolineare che era una tesi condivisa anche da altri studiosi che si sono resi conto, come me, che c’erano molti elementi che non combaciavano con la data del 24 agosto. Sono un ricercatore prestato alla televisione. Quando scavi in un sito archeologico è come se lavorassi per la Scientifica. Non guardi solo l’osso che hai trovato, ma tutto quello che c’è intorno”. Questo è ciò che ha detto durante un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, per esprimere la sua soddisfazione a tal riguardo.
Come in occasione del riconoscimento da parte della giunta comunale napoletana, anche questa volta, ci uniamo nella gioia per questa notizia e per questa onorificenza attribuita, che è prova, insieme all’altra, del grande legame e del grande interesse che il divulgatore più celebre d’Italia nutre nei confronti delle bellezze campane.
Siamo contenti perché, in una programmazione televisiva che, di anno in anno, diventa sempre più scadente e prona alle logiche della commerciabilità, il presentatore di “Ulisse” e “Passaggio a Nord-Ovest” rappresenta realmente una piacevole nota discordante, di notevole spessore. Con il suo garbo, la sua eleganza e la sua chiarezza espositiva, egli entra nelle case degli italiani offrendo un prodotto di intrattenimento interamente incentrato sulla trasmissione della conoscenza. E gli ascolti che ogni sera ottiene sono tutt’altro che trascurabili, a riprova del fatto che – contrariamente a ciò che si possa pensare – investire sulla cultura paga e la televisione, forse, dovrebbe porsi in maniera meno ossimorica rispetto ad essa.
Come non poter citare, a proposito di ascolti da record, la recente puntata di “Ulisse” dedicata all’Olocausto, nel 75esimo anniversario del rastrellamento del quartiere ebraico di Roma. Essa, invero, ha rappresentato un momento televisivo di elevatissimo valore pedagogico, ed il fatto che sia stata seguita da milioni di italiani è un dato decisamente importante. Come sostenuto dallo stesso Angela, infatti, non dobbiamo dimenticare ciò che è stato quel tremendo periodo storico, perché “se si dimentica il passato si ritorna al passato“.
Esprimiamo, dunque, un sentito ringraziamento ad Alberto Angela, per il suo lodevole impegno profuso per accendere i riflettori sulle nostre realtà artistiche e storico-culturali, ma anche per accendere le nostre coscienze di cittadini, le quali non possono restare sopite.