Sono trascorsi pochi giorni dal lancio della nuova stagione di BoJack ma la popolarità è già alle stelle, dimostrazione apriori del fatto che la serie non è certo invecchiata e che gli spettatori, nonostante la pesantissima aspettativa di cui avevano caricato l’attesa, l’abbiano apprezzata come le precedenti – e forse anche di più.
La comicità sembra essersi rinfrescata, la trama ringiovanita e nel complesso sembra aver confutato le accuse di ridondanza e apologia della depressione che le sono state precedentemente rivolte, anche da me in questo articolo. Insomma è stata una piacevolissima riscoperta.
Dopo molto tempo, troviamo Bojack impegnato sul set di una nuova serie tv poliziesca, intitolata Philbert, di cui è protagonista. Non è il migliore degli show possibili, ma è un buon prodotto. Nonostante le divergenze con il regista, la possibilità di affermarsi come attore e non più come ex-star alletta il protagonista, che intravede una svolta per la propria carriela professionale, per la propria vita – precedentemente consumata dall’alcol, e per la propria sorella, o meglio per dare lei la figura di riferimento che con infinita innocenza aveva cercato. Il personaggio di Hollyhock apparirà poco nella stagione, ma ogni sua incursione nella storia ricorda quanto importante sia per ridefinire il protagonista, nellla sua naturale tendenza all’autodistruzione, intraprendere un percorso che lo allontani dalle macerie in caduta libera sulla sua vita.
Gli altri personaggi aiutano a sottolineare come il tema della nuova stagione sia finalmente il cambiamento. Diane e Mr. Penautbutter, dopo il divorzio, cercano di ridefinire la propria quotidianità, dando una nuova profondità anche al loro stesso personaggio. Così come Princess Carolyn, che cerca la propria affermazione in quanto “donna” oltre che quella professionale così piena di insicurezze e fuochi di paglia. Persino Todd riesce a scoprire maggiore profondità grazie a diverse e bizzarre avventure professionali e frequentazioni fuori dal comune.
In conclusione la serie ha perso quel tono apocalittico che gravava su ogni scena, finalmente esistono dei protagonisti e degli obbiettivi che muovono le cose. Situazioni che ora sembranno organizzate in virtù di qualcosa di grande, e non più soggette alle circonvulsioni vorticose della depressione e dell’ansia che divoravano ogni singolo aspetto della vita dei personaggi. Inoltre la comicità funziona benissimo, la serie è divertente e giovane. Un lavoro eccellente.