Dopo l’episodio dell’imprenditore brianzolo, che su Rai 3 ha definito il popolo napoletano “antropologicamente predisposto a non pagare il biglietto” – del quale anche noi di Senza Linea abbiamo parlato -, un nuovo caso di quel che siamo soliti definire “Sputtanapoli” si è verificato in tv, lo scorso 25 settembre, questa volta, però, su Canale 5. Nello specifico, durante la conosciutissima e storica trasmissione Striscia la Notizia, un’inviata del programma ha estratto dal cilindro una battuta infelice e decisamente fuori luogo nei confronti di Scampia. Rajae Bezazz, volto noto del tg satirico, infatti, durante un’intervista nel Parco delle Groane, in Brianza, all’assessora alla cultura di Laghetto Cerino, è scaduta, con un sorrisetto ironico, nel solito luogo comune che vuole, necessariamente, il quartiere napoletano “delle vele” come il più problematico d’Italia, in termini di delinquenza. Nella fattispecie, siccome la giovane assessora ha mostrato come, di sua iniziativa, si rechi in quello che, non a caso, viene chiamato “boschetto della droga”, per cercare di distogliere e disorientare spacciatori e tossicodipendenti con il suono del suo violino, l’inviata televisiva ha ben pensato di sottolineare che per Scampia, testuali parole, “servirebbe l’intera orchestra del San Carlo”.
E no, cara Rajae, la Sua battuta non solo non fa ridere ma è pure poco intelligente e, giornalisticamente, tremendamente fallace! Sa perché? Perché il Parco delle Groane, nell’area metropolitana di Milano, è una piazza di spaccio che non ha eguali sull’intero suolo nazionale, essendo la più grande. Ebbene sì, in quest’area verde a nord del capoluogo lombardo, la delinquenza, da oltre un trentennio, ha saldato radici così profonde da mettere in piedi un sistema criminale praticamente impenetrabile e tra i più pericolosi di Europa. Ovviamente, da parte nostra non si vogliono, nella maniera più assoluta, negare gli enormi problemi che attanagliano la periferia partenopea, ma non è giusto far passare, seppure in forma di battuta, osservazioni non corrette e pure velatamente discriminatorie. Ci troviamo dinanzi ad un esempio lampante del come la narrazione che si fa dei fatti incida sulla percezione comune delle persone più della realtà degli stessi fatti. Scampia, come tutti sappiamo, nel corso degli anni, dai giornali ai libri, fino alle serie tv dai toni sensazionalistici, è stata raccontata praticamente in tutte le salse, mentre il suddetto Parco, fuori dalla Lombardia, a malapena è conosciuto. Ma, in tutto ciò, a ben guardare, la cosa realmente assurda, oltre che paradossale, è che questa falla dell’informazione, la quale, diciamocelo, va a braccetto con i pregiudizi, risulta controproducente innanzitutto per la stessa zona in questione. In effetti, se non se ne parla a sufficienza e se su di essa non si accedono i riflettori, in modo da far assumere alla situazione una certa risonanza mediatica, nei fatti, si rischia di non mettersi adeguatamente in condizione di affrontare il problema.
E così, pensavamo di scrivere un articolo a difesa di Napoli ma, alla fine, senza dolercene minimamente, l’abbiamo fatto più per Milano. Perché noi non abbiamo nessun interesse ad alimentare sterili contrapposizioni o a fare a gara a chi sia più in difetto dell’altro; noi, piuttosto, come unico interesse, abbiamo la verità.