Con la conquista del Regno di Napoli da parte di Carlo di Borbone (1716-1788), la nazione si avviava a diventare stato autonomo. Egli viene, infatti, considerato come il restauratore del reame, il primo vero re di Napoli, sebbene la dinastia borbonica fosse stata inaugurata con suo padre Filippo V nel momento in cui assurse al trono di Madrid nel 1700 In seguito alle vicende della lunga Guerra di Successione Spagnola, Filippo, se pur vincitore del conflitto e quindi sovrano effettivo della Spagna, perdette nel 1707 il vicereame di Napoli e Sicilia a favore degli Asburgo d’Austria che governeranno fino al 1734, anno in cui Carlo, con l’appoggio diplomatico della madre Elisabetta Farnese, conquistò il vicereame napoletano. L’indipendenza del Regno di Napoli fu riconosciuta dal trattato di pace di Vienna nel 1738, dopo che per oltre due secoli fu assoggettato a potenze straniere (prima la Spagna poi l’Austria). Salito al trono poco più che diciottenne, Carlo si ritrovò a capo di un dominio di lunga tradizione, influenzato dalla politica dei suoi potenti genitori. Difatti, il giovane sovrano governò mediante un Consiglio di Stato composto da ministri voluti dai genitori; e persino nella scelta della futura consorte essi ebbero voce: gli scelsero come moglie la figlia del re di Polonia, Maria Amalia, donna di notevole cultura (parlava, oltre alla lingua madre, il francese, l’italiano e il latino), di indole dolce e piacevole acquistò subito un grande ascendente sul marito. Ciononstante, solo nell’ultima fase della sua vita, quando ormai era Regina di Spagna, iniziò ad assistere politicamente il marito.Il regno di Carlo divenne a tutti gli effetti una monarchia italiana, e non più una monarchia italico-ispanica, quando nel 1744 con la sconfitta dell’esercito austriaco a Velletri, pose fine definitivamente alle pretese asburgiche su Napoli. Con questa vittoria, egli inizia ad essere veramente il Re di Napoli e ciò fu ancor più chiaro nel 1746 con la morte del padre e la messa in disparte della madre. Da quel momento, Carlo potè dimostrare e affermare il proprio ruolo di sovrano; entrò in perfetta sintonia con il suo popolo e le sue esigenze, e col passare degli anni sovrastò l’influenza dei ministri divenendo il vero artefice della sua politica. Dopo cinque figlie femmmine, Maria Amalia diede alla luce il primo figlio maschio, purtroppo infermo mentale. Si susseguirono poi altri quattro maschi, assicurando, in tal modo, la successione. Gravava, tuttavia, la questione della legittimazione dinastica sul Regno. Carlo era infatti destinato a succedere al fratellastro Ferdinando VI sul trono di Spagna, in quanto questi era senza eredi maschi. Egli rischiava, quindi, per salire al trono di Madrid, di perdere il regno che si era conquistato. Quando Ferdinando VI morì nel 1759, Carlo gli successe con il nome di Carlo III, rinunciando alle Corone di Napoli e Sicilia. Ma con la prammatica del 6 ottobre 1759 egli sanciva definitivamente l’irreversibile processo di divisione delle due Case Reali e le garantì al terzogenito maschio Ferdinando, di soli otto anni. La reggenza venne affidata a otto ministri, ma sempre sotto il suo controllo. Morì nel 1788 lasciando il merito di aver ridato vita alla nazione napoletana. A lui si devono diverse iniziative operate in campo artistico-culturale, come la costruzione della Reggia di Caserta, il palazzo di Portici, il teatro San Carlo, il Palazzo Reale, il molo e il porto e così tanti altri monumenti. La più famosa tra queste iniziative fu senz’altro quella delle porcellane di Capodimonte.Lasciò sicuramente un Regno vero al figlio, un regno nuovo, avviato sulla strada delle riforme, del progresso civile e culturale e soprattutto amato dai suoi sudditi.
Quest’anno,per il trecentenario della sua nascita,la nota rassegna napoletana “Maggio dei Monumenti“,sarà dedicato proprio a Carlo di Borbone,con iniziative,forum e visite guidate,per ricordare il re più amato dal popolo napoletano!