In questi giorni si è aperto un vero e proprio caso mediatico legato alla figura di Valdimir Luxuria. Oggetto delle polemiche è stata la sua partecipazione ad un programma televisivo di Rai 3, dal titolo “Alla Lavagna”, dove diverse personalità della politica e dell’attualità sono state invitate per discutere di molteplici temi con una classe di giovanissimi scolari. Ebbene, mentre per tutte le personalità intervenute nelle precedenti puntate, i nuovi vertici Rai non hanno palesato alcuna perplessità, per quanto riguarda Luxuria, invece, è stata ritenuta inopportuna la messa in onda in prima serata, spostandola alle 22.45. Evidentemente, il fatto che una donna transessuale abbia potuto parlare di diversità, di discriminazioni e di bullismo omotransfobico con degli studenti ha arrecato un certo fastidio a vari bigotti ed integralisti. C’è da dire che i piccoli hanno interagito in maniera molto aperta, rispettosa e curiosa e che, quindi, il problema è stato solo dei grandi. Ovviamente, in prima linea nell’attacco si sono distinti diversi esponenti della Lega Nord, in primis Fontana e Pillon, i quali, in questi mesi, ci hanno ormai abituati ad esternazioni e prese di posizioni nette contro tutto ciò che riguardi il mondo LGBT. Dipoi, come potevano farsi scappare la ghiotta occasione anche il solito Mario Adinolfi oppure Il Giornale. Costoro, tanto per cambiare, hanno tirato in mezzo la litania dell’Ideologia Gender, ovvero quella che, secondo loro, sarebbe un complotto ordito dalle lobby gay per confondere i minori.
A prendere le difese di Vladimir, invece, tra gli altri, sono intervenuti Monica Cirinnà del PD, relatrice e prima firmataria del disegno di legge sulle Unioni Civili, e Vincenzo Spadafora, Sottosegretario alle Pari Opportunità, in quota Cinquestelle.
“Ieri sera ho guardato la puntata di #AllaLavagna con Vladimir Luxuria. Davanti ad una classe di giovani ragazze e ragazzi, Vladi è stata in grado di trasmettere emozioni e contenuti importanti: si è parlato di bullismo, di omotransfobia, di violenza, di diversità. A chi continua a dire che “di certe cose” ai bambini non si dovrebbe parlare, Vladi ha dato la migliore risposta possibile, raccontando la propria storia. È triste che – per una (incomprensibile?) decisione della Rai – la puntata, originariamente programmata in prima serata, sia stata spostata in seconda, e per di più di sabato sera. Il tema del bullismo omotransfobico è troppo importante ed attuale per essere segregato in questo modo dal servizio pubblico. Per questo, domani stesso depositerò una interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sulle ragioni di questa scelta. Intanto, brava Vladi, mi hai fatto emozionare, commuovere, ma soprattutto riflettere.” Queste le parole della senatrice dem.
Si è così espresso, invece, Spadafora, già altre volte entrato in contrasto con la parte verde del Governo: “In merito alle polemiche sulla messa in onda su RAI 3 della puntata “Alla lavagna” con Vladimir Luxuria, l’unica cosa che trovo a dir poco surreale è continuare ad avere atteggiamenti omofobi e culturalmente regrediti, che non tengono conto della realtà e del rispetto dei diritti di tutti. Penso che la RAI abbia fatto molto bene e che occasioni del genere vadano sostenute dato che nelle nostre scuole – a differenza di quanto avviene negli altri Paesi Europei – sono sempre più rare lezioni sull’affettività o sull’accettazione di se stessi e che, purtroppo, non siano rari i casi di bullismo, proprio nei confronti di chi viene etichettato come ‘diverso’. Di questi temi, invece, ci accorgiamo solo quando a parlarcene è la cronaca nera, quando giovanissime vittime di bullismo compiono gesti estremi. Ben vengano quindi occasioni come questa, dove il Servizio Pubblico si occupa di colmare questo vulnus di civiltà. Ho incontrato negli anni migliaia di bambini e di ragazzi in giro per l’Italia e so quanto affrontino questi temi tra di loro e siano naturalmente inclini al rispetto delle diversità più di molti adulti. E proprio le reazioni dei bambini durante la trasmissione dovrebbero farci riflettere su quanto la realtà sia molto più avanti di certa politica.”
È ancora una volta chiaro, dunque, che il nostro Paese continui a fare un enorme difficoltà a stare al passo e nell’abbracciare finalmente un contesto sociale che sia realmente inclusivo. Sul piano culturale e legislativo tanto è ancora il percorso da percorrere e partire dalla scuola sarebbe il modo più giusto. Piuttosto che indugiare in polemiche retrograde sarebbe, pertanto, giunto il momento di studiare un piano nazionale per l’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale negli istituti scolastici, perché l’ignoranza, tra omofobia, pregiudizi di genere e violenza sulle donne, continua ad uccidere.