Patologia molto comune nei neonati e nei bambini caratterizzata da una condizione infiammatoria della cute il cui micro bioma, ossia la flora microbica esistente , risulta alterato. Le aree tipiche più colpite sono la fronte, le guance, compreso il cuoio capelluto, mentre in età adulta può riguardare collo, polsi, gomiti, ginocchia, caviglia. Si evidenzia per la presenza di chiazze eritematose e desquamate, a causa della pelle estremamente secca. Trattandosi di una patologia cronica caratterizzata da periodi di remissione, alternati a fasi di riacutizzazione, è fondamentale un adeguato approccio dermocosmetico in modo da garantire una buona qualità della vita. Lo scopo è quello di ridurre l’arrossamento, controllare il prurito e nutrire la pelle. L’uso di cosmetici adeguati è indispensabile, poiché permette di distanziare l’uso dei corticosteroidi topici.
Allora cosa fare?
Partiamo dalla detersione, si consiglia di fare una doccia al giorno della durata di lavaggio non oltre i dieci minuti ad una temperatura dell’acqua non superiore ai 35 gradi. Evitare l’utilizzo di saponi sgrassanti e schiumogeni mentre sono da preferire gli oli detergenti con tensioattivi delicati (es. betaine). Talvolta nel neonato è preferibile effettuare un bagno all’amido in polvere, è sufficiente un cucchiaio. L’amido si aggiunge direttamente nell’acqua del bagno, poiché in acqua calda il granulo libera i polimeri che possono rigonfiare e agire da filmogeni. Dopo la detersione dobbiamo nutrire. Il prurito intenso dipende sia dalla condizione infiammatoria, sia dall’estrema secchezza, dovuta alla carenza lipidica, si raccomanda anche di tenere le unghie ben corte e far indossare guanti di cotone per impedire il grattamento soprattutto di notte. La formulazione ideale è un’emulsione densa e corposa ricca di burri e olii (enotera, borragine, calendula, camomilla,iperico, mava). Dobbiamo in ultimo proteggere la nostra pelle e potremmo farlo con estratti di avena che vantano proprietà antipruriginose, idratanti e lenitive, sono pertanto inseriti nella formulazione di polveri aspersorie, paste, emulsioni, creme, polveri da bagno.
Ma le paraffine? Pur essendo inserite tra i cancerogeni di seconda categoria , si dimostrano come barriera efficace per isolare l’epidermide dall’ambiente esterno. Cosa fondamentale per una pelle atopica, poiché il freddo tende a disidratarla ed inaridirla, è l’utilizzo di burri (karitè, shorea, cacao, olio di cocco) e oli vegetali. Lo scopo è quello di ritardare l’evaporazione dell’acqua in modo da idratare lo strato corneo. Alcuni studi confermano la coesistenza della dermatite con allergie alimentari (latte, uova, nocciole, crostacei, grano). Dopo test specifici si eliminano gradualmente certi alimenti e si osserva un attento regime dietetico. Altamente consigliato l’uso di omega tre, come pure l’integrazione di probiotici.