Due icone dell’immaginario collettivo italiano: un parroco di provincia e un ladro e assassino efferrato e inafferrabile… Beh questo potrebbe spiegare un saaacco di cose…
Hem… e questo chi l’ha detto?
Comunque, nel 2017 qualcuno si è chiesto cosa succederebbe se Diabolik e Don Camillosi incontrassero. Se nella vita reale non sembrerebbe affatto uno scontro alla pari, nello spazio bianco della tavola, a scontrarsi è il potere immaginifico dei personaggi. Dunque potrebbe accadere di tutto.
Perfino che la storia abbia senso.
Ci hanno provato gli autori della serie Don Camillo a fumetti, partendo proprio da un racconto di Giovannino Guareschi. L’albo si intitola Un “notturno” che non fa dormire ed è stato realizzato lo scorso settembre per il comune di Brembio (LO).
Per chi non lo sapesse, Brembio è il paese natale di Gino Marchesi, ‘papà’ di Eva Kant. E se non sapete chi è Eva Kant, bentornati sul pianeta Terra.
La storia, leggibile fino a oggi solo in quell’albo gratuito ormai esauritissimo, viene ora ripubblicata da Cartoon Club in una ‘nuova forma’, che però è anche incredibilmente vecchia: il racconto infatti è stato rimontato nel formato tascabile che ha fatto la fortuna di Diabolik dal lontano 1962. Un classicone.
Come è stato possibile questo team-up? Da un punto di visto etico, sociale e istituzionale, sinceramente non lo so.
E se qualcuno ha delle ipotesi… se le tegna per sé, per carità!
Dal punto di vista editoriale e creativo è presto detto: Guareschi era uno di noi.
Un nerd.
Intellettuale curioso a trecentosessanta gradi, lo scrittore conosceva il più famoso ladro del fumetto italiano tanto da citarlo anche nelle avventure del suo personaggio:
C’era qualcuno, lassù: un pezzaccio d’uomo che pareva uscito da un romanzo a fumetti. Tuta nera, guanti neri e un passamontagna nero che gli lasciava scoperti solo gli occhi.
«Reverendo» disse quella specie di Diabolik «ci penso io».
In realtà il tizio mascherato è Veleno, il figlio di Peppone. Insomma ‘na cosplayrata ante litteram! La forza nerd scorreva potente in lui…
Nessuna forzatura, dunque: come abitudine per la serie Don Camillo a fumetti, Un “notturno” che non fa dormire, sceneggiato da Davide Barzi e disegnato da Alberto Locatelli e Marco “Will” Villa, è l’attenta trasposizione di un racconto di Guareschi pubblicato nel settembre del 1966. (Mi sembra di scrivere un saggio di storia…)
L’omaggio a Diabolik inizia già dalla copertina di Alberto Locatelli, che si ispira a quella del ventiquattresimo numero di Diabolik, L’assassino dai 1.000 volti.
Sulla quarta di copertina, che riprende quelle con i celebri primi piani della serie ideata da Angela e Luciana Giussani, Giuseppe “Peppone” Bottazzi conferma il suo meritato ruolo di co-protagonista della saga.
Completano l’albo alcune pagine inedite disegnate da Tommaso Arzeno, che lo collegano a Suor Filomena, storia pubblicata sempre da Cartoon Club nel 2015. Praticamente una coninuity: l’Italia-verso è già realtà.
Per altro, è in assoluto la prima volta che i personaggi del ‘Mondo piccolo’ vivono un’avventura a fumetti completamente originale e non adattata da un racconto di Guareschi.