Di cosa si tratta?
La serie targata Enix, nata sul Famicom (NES in Europan.d.r) nel 1986, negli ultimi anni è ritornata sui nostri schermi più volte, specialmente sulle piattaforme portatili Nintendo. Appena lo scorso anno è uscito per Nintendo 3DS il bellissimo Dragon Quest VIII: L’odissea del re maledetto che ha rilanciato il franchise anche in Occidente dopo un’apparizione nel lontano 2005 su PlayStation 2. In questi anno lo sviluppatore nipponico, che nel frattempo è stato acquisito da Square, ha sperimentato nuove strade. Dragon Quest IX e X hanno intrapreso la via dei MMORPG con risultati altalenanti: il secondo, giocabile solo online, in Occidente non ci è mai neppure arrivato.
E Adesso?
Dragon Quest XI riporta la serie di Yuji Horii su un binario di un tradizionale JRPG, adattandola in un mercato ludico più moderno e smaliziato. Il gioco arriva in occidente un anno dopo l’uscita nipponica, è stato sviluppato insieme alla versione per Nintendo 3DS, che ricordo, non verrà commercializzata in occidente. La localizzazione del gioco ha richiesto più tempo del previsto anche perché Square Enix ha deciso di apportare alcune importanti modifiche strutturaliper renderlo più appetibile al mercato occidentale.
Un pò di trama….
I vari Dragon Quest hanno sempre avuto trame molto simili a favole senza particolari intrecci narrativi, ma Yuji Horii si è adeguato agli standard più moderni senza tradire lo spirito fiabesco e parodistico che contraddistingue da sempre la serie. Il tutto grazie alle inquadrature più dinamiche nelle sequenze cinematografiche, all’eccellente adattamento italiano dei dialoghi e all’implementazione del doppiaggio in lingua inglese, assente nella versione giapponese che regalano a Dragon Quest XI un ritmo che la serie, fino a questo momento, si era sempre sognata, con una trama che oscilla dal dramma alla commedia con molta naturalezza. Nel prologo vedremo una madre che salverà, sacrificando la propria vita, quella del figlio. Una volta raggiunta la maggiore età, il nostro eroe Raggiunta la maggiore età, il giovane scopre di essere la reincarnazione del Lucente, un eroe leggendario che si reincarna ogni volta che il Signore Oscuro minaccia di invadere il mondo. Alcuni,però, considerano il Lucente una minaccia in quanto portatore di sventura, il che costringe il nostro eroe alla fuga. Si uniranno a lui una sgangherata banda di avventurieri che entreranno a far parte nel nostro “party” ottimamente caratterizzati con abilità uniche e spettacolari.
La struttura…ben strutturata
Square Enix ha seguito fedelmente la struttura classica della serie, senza cercare soluzioni “innovative”. Il giocatore controlla il protagonista ed esplora le location in cui è suddiviso il mondo di gioco: che non è un open world, ma alcuni abitanti di Eldrich, ci affideranno dei piccoli incarichi facoltativi da completare in qualunque momento per ottenere oggetti e formule come ricompensa. Le location sono separate da caricamenti più o meno brevi, ma gli spostamenti non sono un grande problema dato che entro poche ore di giocoimpareremo l’incantesimo del teletrasporto. In questa versione per l’Occidente, è possibile tenere premuto un tasto per correre, per spostarci potremo usare cavalli che potranno essere richiamati suonando le apposite campane. Alcuni nemici, una volta sconfitti, diventano cavalcature a loro volta e conferiscono al giocatore capacità aggiuntive come la possibilità di volare sull’acqua e saltare più in alto, raggiungendo così piattaforme e zone precedentemente inaccessibili.
Un’esperienza non particolarmente complicata, ma complessa
Nel gioco si sente la mancanza di un’esplorazione più elaborata, e qualche rompicapo in più nei sotterranei, in effetti Dragon Quest XI è un titolo non particolarmente ostico, finché non ci si imbatte in qualche boss o nemico speciale particolarmente difficile. In quei casi, dovremo impiegare con intelligenza gli incantesimi e le tecniche nell’arsenale dei vari personaggi, specialmente le abilità che possono potenziare il party o indebolire i nemici Il giocatore ha un il controllo sulla crescita degli eroi che compongono il nostro party dato che potremo “spendere” anche per loro dei Punti Abilità guadagnati ai level up : ogni nuova casella sbloccata consente di accedere a quelle circostanti in una catena che richiede una certa pianificazione. fortunatamente, con una minima quantità di denaro, è possibile resettare i punti spesi così per poter ridistribuire meglio i nostri potenziamenti. In passato questa cosa non era possibile, ed era parecchio frustrante. Ad inizio gioco alcune opzioni ci permetteranno di personalizzare ulteriormente la difficoltà dell’esperienza, per esempio rimuovendo la possibilità di fuggire dagli scontri o di acquistare nuovi oggetti presso i mercanti. In Dragon Quest XI non esiste un vero e proprio Game Over, visto che la sconfitta del party ci rispedisce direttamente all’ultimo salvataggio con il nostro bottino dimezzato. La ricerca di progetti di queste armi, così come la ricerca dei materiali più rari e delle formule nascoste, spinge il giocatore a esplorare ogni angolo del mondo, la cosa non sarà noiosa dato che i nemici si possono aggirati facilmente.
I combattimenti
I combattimenti, che sono il fulcro di ogni RPG, si svolgono a turni, i personaggi di disporranno in fila secondo i livelli di agilità dei personaggi e dei mostri. I nemici potranno essere attaccati preventivamente per cominciare lo scontro con un piccolo vantaggio. E’ inoltre possibile di usufruire di un sistema alternativo di combattimento con inquadrature più cinematografiche che non cambiano però la sostanza del gioco. Il sistema di combattimento di Dragon Quest XI rimane semplice e intuitivo, adatto veramente a tutti senza particolari tatticismi. Non mancano tuttavia le novità, rappresentate dai “poteri pimpanti”. Quando i personaggi subiscono una certa quantità di danni, diventano temporaneamente più forti e sbloccano una serie di attacchi speciali che possono eseguire insieme ai loro compagni. Lo “stato pimpante” dura diversi turni e non si esaurisce alla fine di un combattimento.
L’accampamento
La zona di salvataggio , l’accampamento, sarà la nostra safe zone (ce ne sarà una ogni mappa), li potremo rigenerare completamente e gratuitamente la salute e il mana, ma anche conversare col gruppo per scoprire nuovi dettagli sulla storia e salvare la partita presso una statua. Vicino l’accampamento sarà possibile usare la forgia celestiale dove sarà possibile fabbricare un’arma o armatura particolarmente potente attraverso un simpatico minigioco.
Una piccola nota stonata
Il mondo di Dragon Quest XI è un mosaico di culture diverse. Ogni città si ispira a diversi paesi del nostro mondo, per esempio, Gondolia ricorda Venezia, i suoi abitanti parlano in un dialetto che mischia inglese e italiano con risultati esilaranti. Sfortunatamente non è possibile cambiare la traccia audio del doppiaggio, il gioco è stato doppiato soltanto nell’edizione occidentale, perciò non è possibile impostare l’audio nipponico. E purtroppo non è possibile scegliere neppure la colonna sonora del compositore storico Koichi Sugiyama. Nel gioco, i brani sono semplici midi, con la colonna sonora avrebbe potuto fare meglo. Il sonoro è in effetti l’elemento più debole del pacchetto, perché sul fronte tecnico Dragon Quest XI è un vero spettacolo.
Concludendo
Dragon Quest XI è un titolo estremamente bello, longevo, e divertente. La sola “campagna” principale dura tra le quaranta e le cinquanta ore, alle quali bisogna aggiungere un nutrito post game che, in realtà, non è poi così opzionale: riprende infatti quello che avevate lasciato sospeso e prosegue la storia, conducendo a un finale alternativo che chiude il cerchio. La ciliegina sulla torta è il character design di Akira Toriyama, il papà di Dragon Ball che accompagna la saga dalla sua prima apparizione.
PRO
+ Sistema di combattimento semplice ma vario
+ Graficamente delizioso
+ La narrazione, la regia, il cast
CONTRO
– Malgrado le personalizzazioni il gioco è abbastanza facile
– colonna sonora sottotono
– Un JRPG poco rivoluzionario