L’applicazione russa FaceApp uscita nel 2017 , tornata virale grazie all’ hashtag #FaceAppChallenge creato per pubblicizzare le nuove funzioni potrebbe violare la nostra privacy. FaceApp è prodotta la Wireless Lab OOO, società con base a San Pietroburgo fondata da Yaroslav Goncharov, e non offre informazioni trasparenti su tempi e uso dei dati raccolti. La nostra immagine può essere tranquillamente data in pasto alle reti neurali utilizzate per addestrare l’intelligenza artificiale al riconoscimento facciale, o usata per fini commerciali.
La nostra foto transita su server che si trovano all’estero, dove i dati “potranno essere archiviati e lavorati negli Stati Uniti o in qualsiasi altro paese in cui FaceApp, i suoi affiliati o i fornitori del servizio possiedono le infrastrutture”. La policy per il trattamento dei dati sensibili è ferma al 2017 violando palesemente il Gdpr.
Il Codacons fa notare che “Questo apparentemente innocuo tormentone estivo rischia di nascondere un traffico, potenzialmente pericoloso, di dati sensibili” e il Codacons aggiunge che l’applicazione ha accesso anche ai file multimediali di Whatsapp e alla geolocalizzazione