Un minuto e mezzo, è il tempo che impiega il Napoli a rompere la resistenza del Cagliari: dopo la strepitosa gara di San Siro Domenica scorsa, l’undici di Mister Sarri, celebrato come un Pallone d’oro dal pubblico napoletano, mette in scena un’altra opera suprema. E’ impossibile fermarsi alla fredda cronaca delle occasioni da gol, non basterebbe un semplice articolo ma sarebbe necessario un racconto a puntate, così come è impossibile raccontare quello che gli occhi dei tifosi azzurri hanno visto ieri. Che si chiami tiki taka o, come proposto, futbol bailado di verdeoro memoria, il Napoli gioca una gara nella metà campo avversaria, possesso di palla praticamente ininterrotto, un palleggio continuo sempre rivolto alla ricerca verticale della porta avversaria.
Dries Mertens è il centravanti perfetto di questa squadra, piccolo, veloce, tecnicamente sublime: potrebbe farne almeno cinque di gol il folletto belga, si ferma a due: il primo, come detto , dopo poco più di un minuto anticipando tutti sul primo palo dopo splendida assistenza dell’ottimo Ghoulam. L’algerino, tornato titolare dopo un periodo di appannamento, forma con Insigne e Hamsik un trio formidabile sul lato sinistro. Lorenzinho, al netto di qualche giocata forzata alla ricerca della porta, accarezza la sfera con maestria, che giochi corto e giochi lungo è sempre una meraviglia. Per non parlare del capitano Hamsik, sontuoso nel suo portar palla a testa alta, meraviglioso nel suo tentativo di pallonetto da metà campo che supera Rafael e si accomoda sulla parte alta della rete rischiando di far venir giù lo stadio. Altro protagonista assoluto è Jorginho: nel possesso palla del Napoli è lui il direttore di orchestra, è sempre lì ad offrire lo scarico ai compagni, gioca con qualità almeno duecento palloni senza paura e con la sicurezza di un veterano.
Dicevamo delle occasioni da gol: sono almeno dieci nel primo tempo, impossibile raccontarle tutte e, se si vuole trovare un difetto nella prova del Napoli ieri allora bisogna dire che l’uno a zero con il quale si conclude la prima frazione è risultato che, eufemisticamente, potremmo definire striminzito.
Nella ripresa la musica non cambia, ma arrivano due gol: ancora con Mertens che realizza con un tiro dai venti metri e poi con Insigne che batte Rafael dopo una combinazione con il belga, scatenato. Il resto è ancora bellezza, giro palla, accelerazioni, una musica perfetta. Una gara di allenamento avrebbe probabilmente avuto un esito meno scontato, ma tant’è: addirittura sfiorano il gol anche Chiriches e Albiol che si sganciano in avanti su corner visto il poco lavoro difensivo cui sono chiamati. Nel finale standing ovation per i tre grandi fuoriclasse Insigne, Mertens e Hamsik, per i tre cori e applausi convinti: sono loro, devono essere loro, le basi su cui costruire la squadra che potrà riportare lo scudetto a Napoli dopo quasi trent’anni. La gente ci crede e ci deve credere anche la società. Per ora accontentiamoci di puntare forte il secondo posto, con tutta Napoli che guferà la Roma (non ce ne vogliano i tifosi giallorossi) impegnata stasera a Milano.
Per la cronaca la gara del san Paolo finisce tre a …uno, Farias, infatti, approfitta di una piccola distrazione e regala un’amarezza al povero Reina che deve subire l’ennesimo, inutile gol stagionale.