Per poter guidare un’autovettura è necessario superare delle prove d’esame ed ottenere una patente, la quale certifichi, oltre alla capacità di gestire il mezzo, la conoscenza del codice della strada. Ebbene, allo stesso modo, riteniamo che, come per tutti gli ambiti, per guidare dei turisti alla scoperta di un territorio, sia fondamentale esser certi che chi manifesti la presunzione di farlo conosca a pieno e a fondo, senza pregiudizi, la realtà di riferimento. È la solita questione, vera e propria piaga di questi tempi, riassumibile con la domanda: “ma voi vi fareste curare l’ernia dal vostro idraulico?” Evidentemente, in molti sì!
Ma, ritornando al punto che vogliamo affrontare, per chi non l’avesse ancora intuito, stiamo alludendo al caso della guida turistica dal titolo “Italia del Sud e isole”, edita da Feltrinelli, e redatta da tali Martin Dunford, Natasha Forges, Ros Belford e Robert Andrews. Hanno, infatti, suscitato indignazione e scalpore le parole ivi riportate per quanto attiene l’area che si estende a nord di Napoli e ricomprendente l’intero Casertano. “Attratti dalla costa, sono pochi i visitatori che si dirigono nell’entroterra. In realtà il territorio subito a nord di Napoli è irrimediabilmente poco attraente, trattandosi per lo più di una distesa di sobborghi poco entusiasmanti. Quasi del tutto dominato dalla camorra e a volte chiamato “triangolo della morte”, non è un’area in cui soffermarsi; anzi, la cosa migliore da fare è attraversarlo senza fermarsi e raggiungere Caserta…”. Questo è quanto si legge sulla guida, i cui autori, in aggiunta, non si sono risparmiati neppure critiche deliranti sulla stessa Caserta e la sua Reggia: “La Reggia è l’unica attrazione di una città per il resto anonima. La Reggia è una struttura piuttosto monotona, qualche mobile in stile Impero, moda importata dalla Francia… tra i ritratti quello del tarchiato Francesco I”.
Si tratta dunque, con buona evidenza, di una recensione che potremmo definire ridicola, se non fosse pure tremendamente scandalosa. A segnalarla all’attenzione pubblica è stato Vincenzo Mazzarella, dirigente della Reggia di Caserta, e il sindaco della città, Carlo Marino, oltre che il Presidente della provincia, Giorgio Magliocca, hanno prontamente dato mandato agli avvocati per attuare una difesa legale.
Dal canto nostro, restiamo sconcertati e ci uniamo nello sdegno comprensibile che si è mosso sui social. Si tratta dell’ennesima vergogna, neppure velatamente discriminatoria, che si abbatte sui nostri territori. Come poter dimenticare, a tal proposito, pure il The Sun che, lo scorso anno, paragonò Napoli a Raqqa e ad altre città in guerra in termini di pericolosità.
Ci chiediamo, inoltre, il perché i redattori della guida abbiano voluto infierire, con una certa dose di cattiveria, su un’intera zona. Non neghiamo che l’area menzionata abbia delle difficoltà – come, del resto, tutte le periferie delle principali metropoli del mondo – ma perché, se da costoro essa era ed è ritenuta (da un proprio punto di vista assai discutibile) non meritevole di attenzione, non si sono semplicemente limitati a non citarla, piuttosto che spalarle addosso delle offese!?
Dipoi, siamo davvero sicuri che questi individui siano mai venuti di prima persona sui posti chiamati in causa? Probabilmente, nel caso ci siano davvero stati, chi li ha guidati, a propria volta, li ha guidati molto male, evitando di far conoscere loro luoghi interessanti e continuando a lasciarli sguazzare nei pregiudizi. Ad esempio, evidentemente, nessuno gli ha mostrato, per citarne alcune, le bellezze di Aversa, città normanna, con la cattedrale di San Poalo e la chiesa di San Francesco; nessuno ha fatto conoscere loro Santa Maria Capua Vetere, con i resti dell’Anfiteatro romano, lì dove si distinse Spartaco, e il Mitreo; nessuno li ha portati a Capua, vero e proprio gioiellino medievale, e nella frazione di Sant’Angelo in Formis, dove si trova un’abbazia di rara bellezza; nessuno li ha condotti ad apprezzare l’Acquedotto Carolino nella Valle di Maddaloni oppure la Reale tenuta di Carditello nel comune di San Tammaro.
Inoltre, diciamoci la verità, chi osa definire “monotona” la Reggia di Caserta o non l’ha mai vista o, molto semplicemente, è un folle. E pure definire “anonimo” l’intero capoluogo risulta alquanto assurdo, dato che lo stesso, oltre al Palazzo reale, può vantare anche il Real Opificio di San Leucio e il grazioso borgo medievale di Casertavecchia.
Insomma, gli autori della suddetta guida turistica hanno perso un’occasione per risparmiare al mondo un’ esibizione impudica di forme imbarazzanti di ignoranza. Noi, però, oltre che ad arrabbiarci, vorremmo tanto invitarli qua per qualche tempo.
Tranquilli, cari, potete lasciare fuori dalla valigia giubbini anti-proiettile, spray al peperoncino, agli e crocifissi; piuttosto, venite leggeri perché qui c’è tanto calore, calore umano, e l’unico rischio che potrete correre sarà quello di dimostrare – magari davanti a una buona mozzarella di bufala aversana – che “solo gli stolti non cambiano idea”. Perché voi non siete stolti, vero?