Il cinema demenziale è sempre stato un fenomeno che, seppur di nicchia, è riuscito a produrre contenuti esilaranti e di alta qualità. La sua storia è radicata negli albori del cinema con i Fratelli Marx e i loro capolavori come La Guerra Lampo dei Fratelli Marx (1932), seguiti temporalmente da Hellzapoppin’ (1941) di H.C. Potter e poi i film di John Landis (Animal House) e quelli del trio Zucker-Abrahams-Zucker. Questo genere non è esclusivamente cinematografico, ma vola tra vari medium: basti pensare a Frank Zappa o Elio e le Storie Tese nella musica, Rat Man nel mondo dei fumetti, Achille Campanile nella letteratura. E proprio scrivendo di lui, il critico letterario Guido Almansi definì il suo tipo di umorismo, che si può considerare al giorno d’oggi demenziale, umorismo scemo. Seppur il genere può apparentemente sembrare blando e privo di contenuti, è in realtà più complesso di quanto si possa intuire: scrivere una sceneggiatura richiede un’estrema creatività e originalità, poiché quando si scherza sul ridicolo è facile diventare tali; inoltre bisogna intrattenere costantemente lo spettatore e sorprenderlo in continuazione; bisogna giocare con l’autoreferenzialità e prendere in giro se stessi ma senza mai infrangere (troppo) la quarta parete e trasformarlo in metacinema. Spesso tutte queste caratteristiche poi si intrecciano con una subdola critica sociale, nascosta tra le righe della narrazione. Ma vediamo insieme quali sono i cinque film demenziali più divertenti di sempre!
5) Omicidio all’italiana (2017) – Maccio Capatonda
Per celebrare uno dei portabandiera del demenziale in Italia e per non fare una classifica 100% anglosassone, il quinto posto va al lungometraggio di Maccio Capatonda, che aveva esordito già con Italiano Medio. Il lavoro di Maccio è cammina sul sottile filo che separa il demenziale dal non-sense, che lo spinge quindi a giocare con l’assurdo e l’irreale. Caratteristica fondamentale è la mancanza totale di qualsiasi serietà personale sua e dei suoi collaboratori: tutti adottano nomi d’arte al limite del ridicolo, come Maccio stesso o Herbert Ballerina, la sua spalla e nemmeno nelle interviste escono fuori dal personaggio. Parlando di come il genere poi salta tra i medium, Maccio ha anche scritto e diretto una webseries (una serie tv su Youtube) esilarante, Drammi Medicali parodia delle serie-tv drammatiche ambientate in ospedali e in questa serie tra gli attori c’è persino Elio!
4) Borat (2006) – Larry Charles
Seppur diretto da Larry Charles, Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (questo è il vero titolo) è in realtà frutto della fervida immaginazione di Sacha Baron Cohen, sceneggiatore del film. Borat è un personaggio immaginario inventato da Cohen, un intervistatore del Kazakistan, inviato nel Regno Unito (nella serie TV Ali G, con la quale Cohen ha esordito) e negli Stati Uniti per approfondire la loro cultura. Il demenziale quindi gioca sia sull’invisibilità dell’autore (il film ha forma di documentario e il protagonista è in realtà l’autore stesso), sia sullo scontro di culture, che genera una serie di battute che sfiorano il razzismo e che hanno causato una denuncia all’autore da parte del governo kazako. Molte scene del film sono state girate all’insaputa dei passanti, che dovevano interagire con Borat e le sue stranezze, ignorando che si trattasse di un film e anche questo è stato causa di non poche controversie. Il risultato finale è comunque infintamente ilare e questo film e tutta la sua produzione gli garantisce il quarto posto in questa lista!
3) L’aereo più pazzo del mondo (1980) – ZAZ
Scritto e diretto dal trio ZAZ (i già menzionati Zucker Abrahams e Zucker) e con Leslie Nielsen, un altra colonna portante del genere per la sua partecipazione nella trilogia Una pallottola spuntata e il quale volto è praticamente già da sé un cult, Questo film perde qualsiasi elemento di critica sociale e diventa a tutti gli effetti una commedia, e ha la caratteristica peculiare di far ridere lo spettatore almeno tre volte al minuto. Partendo dalla parodia dei film di disastri, in particolare di Zero Hour! del 1957, che parodizza in ogni suo aspetto, il film ci lancia in un universo dominato dalla follia e dall’assurdo, sovvertendo le ostentazioni iperdrammatiche dei film che attacca, creando un film che è tutto tranne che un disastro.
2) Scary Movie (2000) – Keenen Ivory Wayans
Chiunque sia nato negli anni 90 ha visto questo film sicuramente più di una volta. Uno dei capisaldi del genere, che ha accompagnato tutti noi e ci ha donato grasse risate con i nostri amici. Primo di una serie di film, si arriverà fino a Scary Movie 5 nel 2013, ha parodizzato per primo l’horror anni ’90, prendendo principalmente di mira Scream (1996) e So cosa hai fatto (1997). Il suo genio è quello di prendere di mira tutti i generi correlati e creando un’amalgama parodica zeppa di riferimenti che renderà molto difficile trattenere le risate. I riferimenti escono anche dal genere horror: troviamo citazioni di Matrix, I soliti sospetti, Amistad e Titanic. Malgrado la sua genialità e la sua comicità il film e tutti i successivi non sono mai stati visti di buon occhio dalla critica. Per fortuna sono la maggior parte campioni di incassi. Il film si rappresenta meglio nella sua tagline:”Senza paura, senza vergogna, senza cervello”.
1) Frankenstein Junior (1974) – Mel Brooks
Quando si parla di cinema parodico e/o demenziale, Mel Brooks è re e imperatore. Anche se la sua filmografia come regista è piuttosto contenuta, la qualità non manca mai! E nonostante il suo umorismo possa considerarsi un po’ più raffinato, non per questo è più difficile o meno demenziale, anzi, il regista dedica la sua carriera alla commedia. Frankenstein Junior è la parodia di Frankenstein, sia il romanzo di Mary Shelley sia il film omonimo del 1931 ed è stata creata in collaborazione con Gene Wilder, altra figura leggendaria del cinema comico, protagonista del film. Brooks si è cimentato anche in altre parodie, ha scritto per svariati programmi televisivi, ha prodotto film di David Lynch e Cronenberg ed è persino apparso in due film di Ezio Greggio – se non basta questo a consacrarlo nell’Olimpo cinematografico, non so cosa possa bastare!