Approfittando dell’uscita nelle sale italiane del secondo adattamento cinematografico di IT, il capolavoro di Stephen King e del remake in fase di produzione di Assassinio sull’Orient Express (1974), il momento sembra più che opportuno per ripercorrere in piccolo la storia dei remake più brutti, proponendo una lista personale dei peggiori film di questa categoria. Fare un remake è sempre un’operazione difficile perché ci si confronta con l’originale, un’opera concepita per essere come è. Il lavoro del regista in questo caso è quello di costruirci intorno la propria interpretazione, senza snaturare il lavoro originale. Questa operazione diventa ovviamente più complessa se il film in questione è un capolavoro: un capolavoro per definizione è qualcosa di perfetto, che non necessita modifiche. Non tutti i film che affrontiamo in questo articolo sono capolavori, ma i loro rifacimenti sono sicuramente dei flop!
5) LA PANTERA ROSA (2006)
Il reboot del franchise francese (scusate il gioco di parole) operato da Steve Martin, risulta essere una vera e propria parodizzazione di una parodia, risultando così ridondante. L’interpretazione dei protagonisti (Steve Martin nei panni dell’Ispettore Clouseau e Jean Reno in quelli del suo assistente) risulta sufficiente a confronto con il personaggio originale. E così anche la sceneggiatura, debole e anche un po’ inconcludente, una volta che la si confronta con gli originali, che ce l’hanno fatta nella lista del New York Times dei 100 film più belli di sempre. I registi tenteranno una seconda volta con un sequel nel 2009, ma il risultato non sarà diverso.
4) GODZILLA (1998)
Godzilla, insieme a King Kong, è uno dei mostri cult della storia del cinema. I film dove compare sono moltissimi e il personaggio si è praticamente inserito nella cultura popolare mondiale. Tra i vari remake dell’originale del film del 1954 di Honda, quello diretto da Roland Emmerich nel 1998 è sicuramente il peggiore, a detta della critica e dei fan. Il film finanziariamente è stato un successone, arrivando al nono posto tra i più remunerativi dell’anno. È stato nominato a vari “premi”, come peggiore regia, peggiore sceneggiatura, e peggior film. Dai fan di Godzilla viene criticata invece la mancanza di integrità con il personaggio originale, a partire dal re-design della creatura, fino al totale allontanamento dai temi ecologici propri della serie di film giapponesi.
3) IL TERZO POSTO VA AGLI HORROR
Tra i generi cinematografici con più remake di sempre svetta l’horror: pensiamo al nuovo IT, a La Cosa (quello del 2011, il terzo remake), Venerdì 13, Carrie, La Casa e tanti altri. Ma perchè ci sono così tanti remake horror? L’horror è un genere che difficilmente può portare ad un flop di incassi e, con le dovute eccezioni, un remake riesce spesso a coprire le spese di produzione, anche se la storia è riapparsa sullo schermo già altre volte. In classifiche del genere l’horror riesce sempre a conquistare qualche posizione (anche in questa, ma sarà particolare), dunque perché non dedicare una posizione a tutti i remake horror inutili, noiosi e scadenti?
2) CITY OF ANGELS (1998)
Questa posizione e la prossima hanno in comune una cosa: rifare film di registi considerati colossi del cinema non è l’idea più folle che sia stata fatta nella storia del cinema. Ma per trovarne una più folle bisogna sforzarsi molto. In questo caso parliamo del remake americano del capolavoro del 1987 di Wim Wenders, Il Cielo Sopra Berlino. A partire da un Nicholas Cage un po’ meh nei panni di un angelo che vaga per Los Angeles fino a finire con la sua rinuncia allo status di angelo per amore di Meg Ryan che dà quell’impronta da soap opera al film.
1) PSYCHO (1998)
E l’unico motivo per cui City Of Angels si trova al secondo posto, perché la blasfemia più grande è il remake del 1998 di Psycho, uno dei film fondamentali della storia del cinema, dono dell’occhio esperto di Alfred Hitchcock. Per competere con un regista del suo calibro, che ha letteralmente cambiato la grammatica del cinema in tutti gli ambiti, dal montaggio alla musica, bisogna avere coraggio ma soprattutto talento. Ed è questo a mancare: la versione di Gus Van Sant risulta una fotocopia sbiadita. Dà quasi l’impressione di un esperimento scientifico: È possibile ricreare un capolavoro identico in tutto e per tutto all’originale? La risposta è no.