La fama di grande alchimista di Raimondo di Sangro ha fatto nascere su di lui molteplici leggende. La più famosa è proprio quella che riguarda il velo del Cristo di Sanmartino: Il Cristo velato. Molti sono stati gli studiosi, e non solo, che a causa della trasparenza del sudario, lo hanno erroneamente ritenuto frutto di un processo alchemico di “marmorizzazione”, una stregoneria, compiuta dal principe di Sansevero.
In realtà, il Cristo velato è un’opera ricavata da un unico blocco di marmo, come si può appurare da alcuni documenti conservati presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli, che riportano il costo complessivo della statua per la somma di cinquecento ducati. Nel documento, viene esplicitamente scritto che il costo è pattuito per la statua di “Nostro Signore Morto” coperta da un lenzuolo di velo trasparente dello stesso marmo”.
Il Cristo velato è, dunque, una perla dell’arte barocca di Sanmartino
La leggenda del velo, però, è dura a morire come pure L’alone di mistero che avvolge il principe di Sansevero
numerosissime sono le leggende nate attorno alla misteriosa figura del principe, molte delle quali si devono alla fervida immaginazione del popolo napoletano a causa dei bagliori e dalle fetide esalazioni, dall’assordante rumore di ferro che provenivano dal laboratorio del Principe.
Spesso, poi, nel silenzio della notte, s’udiva il forte rumore come di un martello su di un incudine che faceva tremare tutta la strada.
Per il popolino che abitava nei pressi della Cappella dei Sangro il principe di Sansevero era la reincarnazione del diavolo. La leggenda narra che il principe avrebbe – ucciso due suoi servi per imbalsamarne i corpi(Macchine anatomiche)
ma non contento pare anche che abbia ucciso sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili. Ma non si fermò qui, accecò anche Giuseppe Sanmartino, autore del Cristo velato, per far sì che egli non eseguisse per nessun altro la stessa scultura.
Ma la leggenda più misteriosa è quella sulla sua morte.
Quando sentì la morte vicina, ordinò al suo schiavo di tagliarlo a pezzi che dovevano essere riposti in un baule perché dopo un tempo che lui aveva deciso, sarebbe risorto integro e sano. Ma non aveva fatto i conti con i suoi eredi. Essi cercarono il baule,una volta trovato lo aprirono prima del tempo fissato quando i pezzi del corpo non si erano ancora saldati, e il principe, come risvegliato nel sonno, fece per sollevarsi, ma non essendo pronto,ricadde, gettando un urlo disumano e morì.
Ora in prossimità del palazzo si dice che alcune notti quell’urlo disumano viene ancora udito
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