Il Futurismo, sia letterario che pittorico, si è sviluppato seguendo tre dimensioni creative e ricorrenti: la simbiosi con tecnologia, con la materia bruta e con i prodotti di consumo. La mostra allestita nella Cappella Palatina del “Maschio Angioino” di Napoli, intitolata, “Il Futurismo-anni 10 e anni 20“, fino al 17 febbraio 2019, ricostruisce lo sviluppo di questi temi agli inizi del Novecento, adottando un taglio iconografico, con al centro la rappresentazione della macchina, a volte umanizzata, e della loro interazione con l’uomo. Dal punto di vista formale, invece, inserendo questo movimento artistico nella storia delle avanguardie. Nella prima parte del percorso espositivo si assiste alla evoluzione della nuova corrente artistica, della rappresentazione figurativa e del movimento, a partire dalle origini nel Divisionismo di Giacomo Balla e Gino Severini, fino ad arrivare al “Dinamismo plastico” di Umberto Boccioni.
“Bois di Boulogne”- Gino Severini
E’ una commistione figurativa, in cui all’estetica meccanica si associa l’elemento umano, il tutto caratterizzato dalla velocità e dalla visione del futuro che diventano i temi principali del Futurismo. Se in Boccioni, vi è un antropomorfismo degli oggetti, determinando un conflitto, in Fortunato Depero, è evidente tale ibridazione, che oltre all’alienazione, vira verso una nuova definizione di “macchina umanizzata”. Anche il modo di rappresentare cambia, l’estensione dei soggetti dipinti superano i confini della cornice del quadro, come fossero un unico organismo, travalicando anche il confine tra finzione e realtà.
“Le arance di Sicilia”-Fortunato Depero.
La mostra segue un ordine cronologico che va dal 1906 al 1915, lungo gli anni nei quali l’arte futurista, ideata partendo dal Manifesto letterario di Filippo Tommaso Marinetti, si confronta con i movimenti artistici europei del Cubismo e dell’Astrattismo. Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Gino Severini ripresero l’arte cubista in forma dinamica, mentre Luigi Russolo e Giacomo Balla si avvicinarono all’Astrattismo.
“Dinamismo di un treno in corsa nella notte”-Luigi Russolo.
Accanto a loro, altri artisti come Enrico Prampolini e Gerardo Dottori si ispirarono al Futurismo, attraverso un recupero della natura, Antonio Sant’Elia, invece, approfondirà gli studi sul rapporto tra uomo e ambiente. La rappresentazione si attesta sull’immagine della moltiplicazione dello stesso soggetto nello spazio e poi sulla costruzione di forme autonome, dette “linee di velocità”, soprattutto, in Giacomo Balla.
“Architettura”-Antonio Sant’Elia.
Boccioni e Carrà, invece, focalizzeranno l’attenzione sulle “linee di forza” del soggetto, mentre Severini, reinterpretò le prospettive multiple cubiste come configurazioni di piani slittanti, spesso con la tecnica divisionista. Comune denominatore è il concetto di compenetrazione di oggetti, corpi, ambienti e macchine. Oltre al mezzo meccanico, alla motocicletta, al cavallo o al treno, la società è il soggetto più frequente in questi anni. Le insegne luminose diventarono il primo tassello di una futura arte pubblicitaria.
Nel 1915 Giacomo Balla e Fortunato Depero pubblicano il manifesto “Ricostruzione futurista dell’Universo”. Da una parte esso chiarisce che il campo di intervento del Futurismo è esteso a tutti gli ambiti della vita umana, dall’arredo al giocattolo. Il tema della umanità degli oggetti che il Futurismo aveva elaborato negli anni, ma solo nella rappresentazione, si avvera nell’essere vivente artificiale di Depero. Nel 1915 Balla matura una nuova soluzione astratta, come nei cicli “Dichiarazioni interventiste”, collegando l’astrazione alle emozioni e al dato concreto. Depero fu il primo a recepire le novità, in lavori come “Danza di Chiofissi”, dove le forme plastiche rimandano ad un animale immaginario.
“Danza di chiofissi”- Fortunato Depero
Depero è uno dei principali esponenti del Futurismo, le sue figure meccanizzate, i suoi paesaggi a campiture piatte, le sue moltiplicazioni seriali nelle tarsie, mostrano la sua consapevolezza della natura seriale dell’immagine. Nei viraggi interni a queste figure moltiplicate, il tema della compenetrazione si presenta come ripetizione della variazione, anticipando la Pop Art. Nel 1931, Depero redige il suo “Manifesto dell’arte pubblicitaria”. La scultura futurista entra in contatto con la sfera dei prodotti e delle merci, come nel pupazzo “Campari”.
La corrispondenza tra uomo e macchina inizia ad esprimersi negli anni Trenta anche con l’aeroplano.
“Aeropittura”- Arturo Ciacelli.
Lentamente la corrente futurista lascerà il posto alle nuove influenze culturali provenienti dall’Europa e dai paesi extraeuropei.