Il Ricercatore del Progetto Lince Italia dell’Università di Torino Renato Pontarini e Luca Lapini del Museo Friulano di Storia Naturale ci danno una notizia sensazionale: in Italia è tornato il castoro europeo! Videodocumentata la presenza di un esemplare maschio ad Udine in un bosco a Tarvisio proveniente, probabilmente, dall’Austria.
Il Castoro mancava nel “bel paese” da circa 450 anni a causa della selvaggia caccia per le loro pellicce e per i loro denti o a causa delle inondazioni provocate dalle loro dighe.
Ma di che animale si tratta?
Il Castoro è un grosso roditore (può arrivare anche a 20 kg), il secondo più grande al mondo dopo il capibara; è dotato di una grossa coda con scaglie piatta e larga che usa per segnalare un pericolo sbattendola sull’acqua o che è di supporto nella posizione eretta e nel nuoto come timone.
Il corpo è tozzo e massiccio, le zampe provviste di artigli sono palmate.
La caratteristica principale sono gli incisivi giallo-arancio che fungono da vero e proprio scalpello affilato con i quali riesce ad abbattere grossi alberi.
Particolarità della specie sono un paio di ghiandole perianali che secernono il “castoreo”, un secreto, appunto atto a marcare il territorio.
L’importanza del Castoro
Quello che noi trascuriamo è che i castori sono dei veri e propri ingegneri e che ci tutelano dai cambiamenti climatici, infatti con la loro deviazione dei corsi d’acqua inumidiscono una zona di terreno creando una zona conosciuta come “marcita dei castori”.
Ellen Wohl della Colorado State University ha dimostrato che la “marcita” trattiene ben il 23 % dell’anidride carbonica presente contribuendo alla riduzione di “gas serra” nell’atmosfera.