Buongiorno bischeri, oggi per il giro d’Italia siamo in Etruria il cui nome fu trasformato in Tuscia ed infine in Toscana. La sua storia abbraccia un lungo arco di tempo, che spazia dalla preistoria ai giorni nostri, risultando fondamentale dal Medioevo in poi per la nascita della lingua italiana. Il toscano è l’idioma che meno si è discostato dal latino e si è evoluto in maniera lineare ed omogenea. È alla base della nostra lingua, grazie agli scritti di Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio,Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, che gli conferirono la dignità di “lingua letteraria” della penisola. Il panorama è unico e distinguibile: splendide colline e borghi mozzafiato la costellano a perdita d’occhio. Le città sono scrigni d’arte che tutto il mondo ci invidia e la sua costa, isole comprese, è altamente battuta durante la stagione estiva. Una regione perfetta, dove la cucina vanta antiche tradizioni e vengono prodotti grandissimi vini. A dire il vero, con l’autunno bello che iniziato, le piogge ed il freddo gradirei fortemente essere lì ora, magari a mollo in una di quelle favolose stazioni termali dove l’acqua calda rilassa in attesa di gustare un’ acqua cotta annaffiata con un profumato Brunello di Montalcino. Purtroppo resta solo un desiderio e per farvi assaporare un po’ di questo clima non mi resta che proporvi qualche titolo.
Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi
Questo libro rappresenta ancora oggi un classico della letteratura per ragazzi: le tragicomiche peripezie del burattino discolo e irrispettoso, continuamente in bilico fra la voglia di divertirsi pensando solo a se stesso e il desiderio di diventare “un ragazzino perbene”. Un po’ pezzo di legno, un po’ bambino vero, Pinocchio si caccia continuamente nei guai, non sopporta la disciplina, è ingrato verso chi gli vuoi bene. Poi si pente e vorrebbe cambiare, ma incappa in una bugia e subito il naso gli cresce a dismisura! Così passa da una disavventura all’altra e ogni episodio si trasforma in una insostituibile lezione di vita.
Il paziente inglese di Michael Ondaatje
Sul finire del secondo conflitto mondiale, tre uomini e una donna si rifugiano in una villa semidevastata sulle colline di Firenze. In una stanza del piano superiore giace, gravemente ustionato in un incidente d’aereo, premurosamente accudito dall’infermiera Hana, il misterioso “paziente inglese”. Dai suoi racconti allucinati dalla morfina riemergono l’amore travolgente per Katharine e le avventurose peregrinazioni nel deserto. Intorno alla sua convalescenza s’intrecciano le vicende degli altri abitanti della villa: Hanam Caravaggio, un ladro che lavora per i servizi segreti, e Kip, un sikh, abile artificiere. La memoria, i miti e le leggende personali dei quattro protagonisti, lacerati e turbati dall’esperienza della guerra, ripercorrono la storia di un’intera epoca.
Le ragazze di Sanfrediano di Vasco Pratolini
Il mondo del quartiere, la rappresentazione corale della vita di un rione popolare di Firenze: il libro di Pratolini è una favola moderna ma dall’ossatura antica, che si richiama alla novella boccaccesca, dove il vero protagonista è proprio lui, il quartiere di Sanfrediano. Qui le ragazze spasimano e si dannano tutte per lo stesso dongiovanni, “Bob” (dalla sua somiglianza con Robert Taylor), ma quando una delle innamorate gabbate, la Tosca, scopre il doppio gioco del ragazzo, decide di organizzare una beffa destinata a dargli una lezione una volta per tutte. Con un ritmo narrativo agile e brioso e un lessico ispirato al vernacolo fiorentino, Vasco Pratolini accompagna il lettore in una vicenda ricca di ironia, dove il contrappasso e la farsa scandiscono le storie dei protagonisti.
Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi
Racconta la vicenda di due anziane zitelle che si lasciano spogliare dei risparmi accumulati in lunghi anni di lavoro come ricamatrici da un nipote, il bellissimo Remo. La loro decadenza economica è però ripagata dalla gioia esuberante del ragazzo, che dona loro l’illusione di partecipare in modo vitale all’esistenza. Nel romanzo, qui presentato nella sua edizione del 1960, Palazzeschi realizza pienamente quella sorta di specularità espressiva, tematica, linguistica e psicologica che lo porterà per tutto l’arco della sua attività letteraria a giocare e a “divertirsi” con i contrasti, conducendo la narrazione sempre sospesa sul filo fra comicità e tragedia, fra il riso e la malinconia.
La briscola in cinque di Marco Malvaldi
Al Bar Lume, in un paese della costa intorno a Livorno, tra un caffè e una briscola in cinque, quattro vecchietti e il barista si ritrovano a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare sul delitto di una giovane ragazza. E sotto all’intrigo giallo, la vita di una provincia ricca che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico.
Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi
Il romanzo è la storia di una proprietà in rovina (il podere di Poggio a’ Meli di Domenico, padre del giovane Pietro) e di un amore sventurato, quello tra lo stesso Pietro, debole e insicuro, onesto ma ingenuo, e Ghìsola, contadina del podere e figura ambigua in bilico tra affetto e inganno. Tozzi segue le vicende personali di Pietro, dall’infanzia nel podere al trasferimento a Firenze per motivi di studio, dalla morte della madre all’innamoramento per Ghìsola. Pietro è un inetto che non si sa rapportare al mondo e alle cose e viene ingannato dalla stessa Ghìsola, che sfrutta il suo amore per mere ragioni economiche. Il protagonista conduce quindi la sua vita così, con gli occhi chiusi, fino alla sconvolgente scoperta della maternità di Ghìsola, narrata nell’ultima pagina del romanzo, un finale aperto che lascia al lettore qualsiasi tipo di conclusione.