E venne il giorno…. di Juventus Napoli…..parafrasando un famoso film di pochi anni fa nel quale i protagonisti venivano colpiti da uno strano virus che li blocca e li istiga al suicidio, la serata di gala all’Allianz Stadium regala il sogno scudetto agli uomini del Comandante Sarri, relegando nel caos una Juventus brutta che più brutta non si può, che gioca solo per il pari e alla fine, giustamente, perde.
Le gare tra bianconeri e partenopei, negli ultimi tre anni, hanno mostrato quasi sempre lo stesso copione, con gli azzurri in attacco a girare come una mosca attorno alla nutrita difesa dei piemontesi e Campioni di Italia a cercare il contropiede o l’estemporanea giocata vincente. Accadde anche all’andata, ma questa volta la strategia, se così la si vuole chiamare, sparagnina di Mister Allegri, non ha portato i risultati da lui sperati.
La partita la fa solo il Napoli, la Juve, che perde Chiellini dopo pochi minuti, si difende e aspetta. Davanti Higuain e Dybala (addirittura fuori all’intervallo) non si vedono mai e una punizione deviata di Pjanic che si stampa sul palo è l’unico caso di presenza bianconera dalle parti di Reina. Non che il Napoli crei niente di trascendentale, ma sta la, gioca, crea pericoli potenziali e non solo. La difesa è perfetta, sugli esterni Mario Rui stravince il duello con il dirimpettaio D. Costa e lo stesso fanno Hjsay e Callejon dall’altro lato, Allan, non sempre precisissimo, ringhia su tutti, Hamsik e Jorginho si occupano di far girare ordinatamente palla, in attacco Insigne pare ispirato, un po’ meno il belga Mertens. Accade poco ma la sensazione è che solo una giocata o una palla inattiva possa sbloccare la situazione.
La tensione è tanta e la Juve si concentra sul pari; nella ripresa ci prova Hamsik, poi entrano Milik e Zielinski per Mertens e il capitano, il polacco ci prova ma trova Buffon, idem accade con Callejon: insomma la gara pare incanalarsi sullo zero a zero che la Juve anela. La Juve è bruttissima e il pubblico non gradisce, annusa l’aria il pubblico dello Stadium, il novantesimo è vicino e Insigne mette una palla in mezzo, non la tocca nessuno, la sfera schizza davanti a Buffon che la devia in angolo. Salgono tutti. La Juve ha paura. C’è Milik, c’è Albiol, Callejon sistema la palla e guarda in mezzo, la parabola è perfetta ad uscire, la palla arriva proprio dove sta arrivando come un uragano Kalidou Koulibaly. Il gigante di ebano non ha ancora colpito di testa che già tutti esultano: un terzo tempo alla Micheal Jordan che ridicolizza l’insopportabile Ben Atia. Due metri e ottantaquattro, questa sarebbe l’altezza raggiunta con la testa dal difensore africano. Il colpo di testa del senegalese è una frustata, la forza regalata al pallone è quella di una intera città. Buffon si lancia ma nulla può.
Uno a zero per noi.
Da non credere. Il Napoli ha vinto.
Finisce così: non è ancora finita, ci mancherebbe, ma Sarri e la sua Banda sono partiti per il palazzo del potere, che nessuno li fermi, noi li aspettiamo qui. Tutta Napoli, festante prima e dopo il match, aspetta questa gioia, la meriterebbero tutti.
Forza Napoli