Napoli, fine 800, precisamente 1880, un giornalista e un musicista, ispirati dall’inaugurazione della celebre funicolare del Vesuvio, creano quella che è a tutti gli effetti una sorta di primo spot pubblicitario, nascosto fra le note. Ma andiamo con ordine, la canzone Funiculì Funiculà per certi versi rappresenta un momento davvero importante per la musica targata Napoli. Come abbiamo detto fu ideata da un giornalista e un musicista, e per il periodo storico già rappresentava un primato. Ma fu anche la prima canzone che fece il giro del mondo, portando la canzone napoletana al massimo splendore.
Inoltre con questa canzone finisce “virtualmente” il periodo di ricerca degli antichi canti popolari che riecheggiavano prepotenti nelle prime canzoni dell’ottocento napoletano. Da questo momento, infatti, la musica napoletan conosce una nuova vita, con toni molto più leggeri.
Ma come nasce la nostra protagonista? Sembrerà strano, visti i tempi, ma davvero nacque per promuovere la funicolare che dava la possibilità di raggiungere la vetta del Vesuvio. Nel 1880 il vulcano che severo guarda il golfo, era giù un’attrazione per migliaia di turisti di tutto il mondo. La funicolare fu terminata un anno prima,dopo dieci anni di lavori, dando la possibilità ai curiosi e agli appassionati di salire fin sopra il Vesuvio, cosa che fino a qualche anno prima era possibile solo a dorso di asini o con i propri piedi. Una vera rivoluzione,quindi! Ma non tutti si fidavano della novità, continuando a preferire le vecchie strade,piuttosto che viaggiare comodi. Fu così che il cassiere iniziò a lamentarsi dei mancati incassi, un vero problema visti i soldi, e non pochi, spesi per la costruzione di questa grande innovazione. Fu così che venne l’idea di affidare le sorti della funicolare alla pubblicità, creando una canzone che esaltasse la bellezza e la comodità del mezzo e invogliare le persone a utilizzarla. E fu una scommessa vinta sotto tutti i fronti! Ideatori di quel piccolo “inganno” furono Peppino Turco, giornalista che abitava a Roma ma in quel periodo era in vacanza a Castellamare e Luigi Densa, musicista già affermato che si trovava anch’egli in vacanza lì. Per far sì che la canzone raggiungesse un pubblico maggiore, fu iscritta al concorso di Piedigrotta, raggiungendo il sospirato successo. La Ricordi in un solo anno ne vendette più di un milione di copie, numeri da capogiro per il periodo e grazie a questo piccolo stratagemma il trenino, di cui tutti aveveno timore e paura, in poco tempo era nei desideri e nei sogni di tutti, facendo il giro del mondo e entrando nei repertori dei tenori più acclamati. Perfino il purista classico Richard Strauss volle omaggiarne la bellezza musicale, riprendendo la melodia nel suo Dall’Italia nel 1886. Nasce come uno spot pubblicitario, per aiutare i magri incassi e per incanto si ritrova ad essere canticchiata ancora oggi, magia della musica o del geniale talento napoletano?