Solitamente quando mi accingo a scrivere di qualcosa è perché c’è qualche ricorrenza oppure qualche evento particolare in specifico. Non in questo caso, o almeno non del tutto.
Quello di cui voglio scrivere oggi è un’ applicazione che è stata sulla cresta dell’onda alla sua uscita, ormai più di due anni fa, ma che paradossalmente è oggi che, a mio parere, sta dimostrando di essere un ottimo prodotto. Sto parlando di Pokémon Go, e ne sto parlando sì in coincidenza con un community day (un evento durante la quale c’è la presenza massiccia di un determinato Pokémon raro, l’ultimo dei quali è avvenuto domenica scorsa), ma ne scrivo soprattuto per evidenziare il grande lavoro di Niantic (casa produttrice del gioco) che, ricordo molto bene, venne lapidata per come fosse uscito il primo Pokémon Go. Ma facciamo un passo alla volta.
Era il 7 luglio del 2016 e dagli Stati Uniti d’America arriva la notizia di un gioco in realtà aumentata basato sulla cattura, l’allenamento e l’evoluzione degli animaletti nipponici più amanti di sempre. Parliamoci chiaro, chi, della mia generazione (ossia quella cresciuta con i giochi Nintendo sui Pokémon), non avrebbe voluto diventare un allenatore di Pokémon? Chi, tra gli appassionati come me, non avrebbe voluto intraprendere un fantastico viaggio con, ad accompagnarli la propria squadra di fidati Pokémon? Ve lo dico io: nessuno. E quando si è saputo dell’uscita di Pokémon Go tutti i ragazzi della mia età erano in brodo di giuggiole. Il problema fu che l’applicazione era estremamente limitata, non paragonandola a quella che è ora, ma proprio come prodotto finito: si poteva, sostanzialmente, solo catturare i Pokémon e farne una specie di collezione, ovviamente limitata alla prima generazione. Ed apriti cielo; nell’era di internet vi lascio immaginare, se non lo ricordate, quali possano essere le reazioni ad un prodotto scaricato praticamente da chiunque, pubblicizzato in maniera quasi ossessiva, che però non soddisfa le aspettative di chi lo attendeva con trepidazione. Pokémon Go è finito, così, presto nel dimenticatoio; quasi tutti lo cancellano dalla propria libreria; alcuni, come il sottoscritto, lo tengono solo per “pena”; mentre altri, ogni tanto, lo aprono per vedere come si fosse sviluppata la situazione.
Da qui in poi la mia esperienza è piuttosto limitata, nel senso che ho praticamente aperto l’applicazione solo durante l’estate, visto che ho la fortuna di vivere in una città in cui è piuttosto piacevole passeggiare durante le giornate estive. Prima di quest’anno, ho aperto l’applicazione solo per 3-4 giorni durante lo scorso anno e non ho avuto materialmente il tempo di vedere e capire se e come ci fossero stati dei cambiamenti o delle evoluzioni.
Quest’anno ho invece avuto un’esperienza ben più consistente e posso dire che i cambiamenti ci sono stati e si vedono: innanzitutto sono state aggiunte tre generazioni, oltre la prima, (l’ultima ad inizio ottobre) il che implica comunque una varietà nel “gameplay”; poi un’altra feature fondante del gioco, le palestre, con i raid, (e le lotte), è stata decisamente migliorata; ma soprattutto sono stati aggiunte le interazioni tra giocatori (gli scambi e, presto, le lotte senza coinvolgere una palestra).
Insomma, questo pezzo potrebbe sembrare senza senso, ma, in realtà quello che vorrei sottolineare è come un progetto certamente ambizioso e, altrettanto certamente, ben finanziato, ma che non era partito con il piede giusto, possa di fatto diventare una delle migliori applicazioni in circolazioni, solo grazie ad applicazione e lavoro ben mirato.