«……..ma questo non sarebbe un miracolo e Napoli solo i miracoli sono una cosa normale».Questo lo scriveva il compianto Elvio Porta.Scritto che troviamo nella prefazione del libro «Lacrime napulitane» (CentoAutori), il terzo romanzo della saga dell’investigatore privato Gennaro Di Palma. Nato dalla fertile immaginazione di Gaetano Amato, che nel 2010 ha sfiorato il Premio Bancarella ed è noto come attore grazie a molte partecipazioni in film e serie tv di successo (La Squadra).
Di Palma è un detective un pò sgangherato, e soprattutto perennemente in bolletta. Anche in questo romanzo, come i due precedenti, l’investigatore Di Palma non si smentisce, ci sono due miracoli in cui, suo malgrado, è coinvolto.
1)A Nola, una cittadina alle porte di Napoli, si sta verificando quello che sembrerebbe un miracolo: una statuina della Madonna che lacrima sangue. La statuina appartiene ai Lapadula, una famiglia molto povera. Il parroco della zona e monsignor Cardano, decidono di ingaggiare l’investigatore Gennaro Di Palma prima che la notizia si diffonda per escludere che dietro il fenomeno non ci sia una truffa, il sospetto deriva dal fatto che i due figli dei Lapadula, studiano rispettivamente elettronica e chimica,quindi il sospetto è che i due abbiano architettato il tutto per ragioni economiche. Quando però la statuina inizia a lacrimare nelle mani del più piccolo dei figli, Gennaro comincia a credere nel miracolo.
2)La vicina di casa, Angela,che sembra essersi innamorata proprio di lui.
Da qui inizia una serie di intrecci e amore mentre sullo sfondo si affacciano una serie di improbabili personaggi Come la curiosa e pettegola portiera Lisa. C’è un intero capitolo, che fa da sfondo all’inizio della storia d’amore tra Gennaro e Angela, il concerto di Pino Daniele allo stadio San Paolo.
Alla fine Di Palma…………
Il 26 Ottobre ho assistito ad una piacevolissima ed originale presentazione del libro di Gaetano Amato”Lacrime napoletane”presso la casina pompeiana in villa comunale di Napoli che, tra risate e un ottimo piatto di pasta ceci e funghi offerto e cucinato dallo stesso Amato ha fatto si che il tempo volasse.Sul palco anche l’editore Tonino Scala e i due bravissimi musicisti D. di Capua e G. Palumbo che con le loro note hanno fatto da mirabile sottofondo ai brani letti dallo stesso Amato