La manifestazione “Le metamorfosi della tradizione” prosegue il 23 maggio, alle ore 17, nella Sala dell’Accoglienza di Palazzo Reale, con il concerto di Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro in cui un sorprendente scavo letterario e musicale, accompagnato dai suoni orchestrali di un organetto, si innerva nel corpo più ancestrale della madre lingua delle passioni: un canto sommesso e conturbante che, dando l’impressione di stravolgere e tradire la tradizione della canzone napoletana, in realtà la rinnova, rilanciandola come la cifra espressiva più pertinente alla nostra tormentata contemporaneità. Dopo la vittoria della Targa Tenco, il più prestigioso riconoscimento alla canzone d’autore, conseguito con l’album “Canti, ballate e ipocondrie d’ammore”, edito da Squilibri, il pubblico di Napoli avrà così modo di lasciarsi rapire da uno spettacolo che ha guadagnato ovunque plausi e riconoscimenti per la sua originalità. Il mondo visionario-elettrico di Canio Loguercio, chiamato a nuova vita dagli arrangiamenti di Alessandro D’Alessandro, prende progressivamente corpo in una lingua tanto ibridata da bruciare ogni riferimento territoriale, mentre l’organetto di Alessandro D’Alessandro assume un respiro orchestrale, dialogando con chitarre e tammorre, secondo le efficaci geometrie ritmiche elaborate dallo stesso musicista. Per lacerti di plurisecolari depositi si delinea così un affresco in cui le passioni individuali diventano emozioni collettive e il canto assume le cadenze di un salmodiare mondano, con squarci improvvisi sulla realtà più autentica di una città e di un mondo culturale, quale quello partenopeo, al quale idealmente si richiamano i due artisti. Reiventando, di fatto, il teatro-canzone, dandogli una veste del tutto rinnovata oltre che insolita, in questo incontro con l’organettista D’Alessandro, Loguercio eleva il suo canto in omaggio al meridione, un sud che non affaccia sul mare ma che, da Napoli, sbuca tra le montagne lucane, conosce i tratturi, le stradine della transumanza, il pianoro pugliese: un susseguirsi continuo di emozioni e pensieri, che stranisce e rapisce lo spettatore, incantato in quella rete ammaliante di suoni e musiche, voci e racconti.
Le iniziative della manifestazione “Le metamorfosi della tradizione”, promossa dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, si concludono il 24 maggio, alle ore 18, nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale, con un gran concerto finale con Florin Barbu, Roberto Colella, Maria Pia De Vito, Ebbanesis, Flo, Daniele Sepe e, infine, Peppe Servillo con Solis String Quartet, sostenuti dai suoni di Cristiano Califano (chitarra classica), Antonio Ragosta (chitarra elettrica), Mario Mazzenga (basso), e Raffaele Di Fenza (batteria e percussioni) con la direzione musicale di Alessandro D’Alessandro (organetto e live electronics).
Ingresso libero