Sembrava fosse tutto finito in una bolla di sapone, solo il ricordo dell’artista romano, fin quando, del tutto inaspettato, ecco arrivare l’annuncio di tre uniche date prima della nuova pausa; tre occasioni per tornare a sentire i glandi classici e prepararsi per quello che sarà il futuro dell’artista. Una di queste si tiene a Napoli al Teatro Cilea…e Napoli non aspettava altro.
Il teatro è quasi pieno e la gente è ansiosa di sentire con le proprie orecchie cosa è rimasto di quella che, tempo fa, era considerata una tra le voci maggiori del canto italiano; dieci minuti dopo le nove e Michele Zarrillo sale sul palco. L’ovazione è forte e la gente canta felice tutte le canzoni eseguite ma indubbiamente il vero show lo fa il cantante romano; balla, canta e si apre ad assoli di chitarra che spaziano dall’Hard rock al blues; non si perde d’animo nemmeno quando la chitarra crea problemi o cede l’asta del microfono…lui ha voglia di esserci e di abbracciare i suoi fan e Napoli lo sente. Lo show è ben costruito con momenti vari e ben amalgamati, non ci sono grandi pecche o difficoltà e nel giro di due ore viene eseguito una parte incisiva della discografia dell’artista. Riportiamo di seguito i brani eseguiti:
• Don Giovanni
• Vivo nel mondo
• Per chi sa scegliere
• E poi riapparve il mondo
• La notte dei pensieri
• L’acrobata
• L’amore ancora esiste
• L’amore vuole amore
• Vivere e rinascere
• Ragazza d’argento
• Il canto del mare
• Strade di Roma
• Il sopravvento
• Una rosa blu
• Amore imperfetto
• Il vincitore non c’è
• Amore per te
• L’elefante e la farfalla
• Mani nelle mani
• Cinque giorni
• Domani (bis)
• Io e te (bis)
• L’alfabeto degli amanti (bis)
• Se tu non torni (bis)
• Vivere e rinascere (bis)
L’artista non è solo e si sente nella forza e nella grinta dei musicisti che lo accompagnano: persone, maestri, della musica che sanno come rendere accattivante ogni singolo brano; maestri del calibro di Ruggiero Brunetti alla chitarra elettrica, Danilo Fiorucci al basso, Laura Ugolini alla voce, Giampiero Grani al piano, Roberto Guarino alla chitarra acustica ed infine Alessandro Canini alla batteria. In conclusione, uno spettacolo unico nel suo genere…un’esperienza di luci e colori che si amalgamo alla musica e alle movenze del cantautore: unico piccolo neo è la conclusione…non è carino fare i ringraziamenti mentre la gente esce dal teatro a concerto finito…forse questa sequenza va un attimo riprogrammata.