Il 4 marzo non sarà soltanto il giorno delle tanto attese e discusse votazioni, ma, come gli appassionati di cinema ben conoscono, avrà luogo, al Dolby Theatre di Los Angeles, anche la notte degli Oscar. Giunta alla sua novantesima edizione, quest’anno la cerimonia di premiazione vede in gara, a rappresentare il nostro Paese, il grande Luca Guadagnino con il suo “Chiamami col tuo nome”, in corsa per ben quattro statuette. Il regista di origini siciliane tenterà, allora, di raccogliere il testimone della vittoria dal napoletano Paolo Sorrentino, il quale, come tutti possono ricordare, ha vinto il premio nel 2014 con “La Grande Bellezza”, con l’interpretazione di un superbo Toni Servillo, anch’egli di Napoli.
Sorrentino – il cui capolavoro, oltre all’Oscar come miglior film straniero, ha visto riconoscersi numerosissimi altri premi internazionali e nazionali – tuttavia non è stato l’unico napoletano ad essersi distinto ed aver ottenuto il prestigioso riconoscimento negli Stati Uniti, ma è stato preceduto da altri conterranei, che noi di SenzaLinea vogliamo appunto qui cogliere l’occasione per ricordare.
Ebbene, infatti, nel 1992 a vincere è stato Gabriele Salvatores con “Mediterraneo” – capolavoro con il quale egli ha concluso la cosiddetta “trilogia della fuga” dopo ” Marrakech Express del 1989 e Turné del 1990 – mentre, continuando a risalire nel tempo, dieci anni prima, anche Francesco Rosi è arrivato vicino alla vittoria, grazie alla nomination all’Oscar del film “Tre Fratelli”.
Tuttavia, al di là dei registi espressamente nati nel capoluogo campano, è bello ed opportuno menzionare anche coloro i quali, pur non essendo napoletani, hanno voluto portare la città, con le sue molteplici sfumature e la sua storia, sul grande schermo e grazie ad essa si sono imposti in quella che è la notte più stellata del mondo. Innanzitutto da citare è l’immenso Vittorio De Sica, dichiaratamente innamorato di Napoli, il quale tra i tanti Oscar ricevuti, con film come “Sciuscià”, “Ladri di biciclette” e “I giardini dei Finzi-Contini”, ha trionfato nel 1965 con “Ieri, oggi, domani”, il cui primo episodio “Adelina” è su un soggetto di Eduardo De Filippo ed è ambientato a Forcella. Sempre di De Filippo è poi il soggetto anche dell’altro film con il quale De Sica, nell’anno successivo, è stato candidato alla vittoria, ovvero “Matrimonio all’italiana”, che, a ben vedere, è una vera e propria trasposizione cinematografica di “Filumena Marturano”, e che, come il precedente, ha potuto godere della bravura della celebre coppia di attori composta da Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Proseguendo poi in tal senso, da annoverare, per la sua nomination all’Oscar, è anche Nanni Loy con “Le Quattro giornate di Napoli”. Il film è dedicato all’undicenne Gennaro Capuozzo, Medaglia d’oro al valor militare, e descrive appunto la rivolta popolare scoppiata in città a seguito della fucilazione di alcuni marinai italiani il 28 settembre del 1943 e che, in quattro giorni, sconfisse e mise in fuga le truppe tedesche prima dell’arrivo degli Alleati. Ambientata nel periodo della guerra, in aggiunta, è anche la pellicola di Lina Wertmüller nominata alla vittoria nel 1977, vale a dire “Pasqualino Settebellezze”, che racconta le vicissitudini del guappo napoletano Pasquale Frafuso, interpretato da un bravissimo Giancarlo Giannini, a sua volta candidato all’Oscar come Miglior attore protagonista.
Insomma, come si può evincere, Napoli ha avuto, inevitabilmente, un ruolo di primissimo piano anche nella notte di premiazioni più importante della storia del Cinema mondiale, ed è bene tenerlo presente. Non si può, però, concludere questa disamina senza fare una menzione eccezionale per la regina indiscussa del grande schermo, amatissima anche oltreoceano, ovvero per la nostra Sophia Loren. Ella ha infatti vinto il Premio Oscar come Migliore attrice protagonista nel 1962, per il film “La Ciociara”, mentre nel 1991, a coronamento del suo immenso e prestigioso lavoro, le è stato attribuito il Premio alla carriera.