Napoli, si sa, è sempre stata e continua ad essere una fonte di ispirazione per gli artisti più vari. Poeti, pittori, parolieri, musicisti, scrittori, autori, cantanti, registi e attori, da tempi remoti, attingono spunti ed idee dal suo vasto e multiforme bagaglio umano e culturale. Del resto, camminando per le sue vie, entrando in contatto con la sua gente, oppure affacciandosi su qualche suo panorama mozzafiato, è impossibile non esserne folgorati, specie se si possiede un animo dotato di particolare sensibilità.
Ebbene, tra tutti coloro per i quali la sirena Partenope è stata, a tutti gli effetti, ispiratrice come una musa, non sono da annoverare solo quanti hanno avuto i natali in città, ma ovviamente anche tutti quelli che in essa sono transitati ed, essendosene innamorati, hanno voluto omaggiarla. Fra di questi, oggi, abbiamo deciso di parlare di quello che è stato uno dei padri della canzone italiana, ovvero Domenico Modugno.
Come tutti possono ben ricordare, invero, il cantautore era pugliese – nato nella bella Polignano a Mare, proprio agli inizi del gennaio del 1928 – tuttavia, nella sua ampia espressione musicale, sia come autore che come interprete, ha trovato uno spazio considerevole anche Napoli con la sua lingua. Come si può, ad esempio, non conoscere “Tu si’ ‘na cosa grande”? Questo brano – scritto da Modugno nella musica e da Roberto Gigli nel testo – difatti, è a pieno titolo un classico della canzone partenopea, con il quale, peraltro, il pugliese vinse persino, insieme ad Ornella Vanoni, il Festival di Napoli. Ma oltre a questo, sono sicuramente da citare anche tutte le canzoni scritte in collaborazione con Riccardo Pazzaglia, quali le iniziali “Nisciuno po’ sapè”e “Mese ‘e settembre” fino ai successi come “Io mammeta e tu”, “Lazzarella”, “O ccafè” – dal quale Fabrizio De André trasse spunto per il ritornello di “Don Raffè” – e “Sole Malato”. Di Antonio Pugliese sono, invece, la parole di “Na Musica”, mentre di Dino Verde quelle di “Resta cu’mme” un’altra stupenda canzone musicata e interpretata da Modugno, il quale, a sua volta, scrisse di proprio pugno il testo di “Strada ‘nfosa”.
Insomma, come si può facilmente evincere da questa breve disamina, e come si diceva, il capoluogo campano ha avuto all’interno della produzione artistica modugniana un certo spessore ed allora, per noi, il cantautore pugliese può, di diritto, essere compreso ed affiancato a tutti i grandi Figli di Napoli.
E in aggiunta, oltre ai tantissimi brani celebri in tutto il mondo (in primis “Nel blu dipinto di blu”), vi invitiamo dunque a riscoprire e ad ascoltare anche questi titoli del cosiddetto “filone partenopeo”. A dire il vero, la voce, la chitarra, l’interpretazione, la scrittura e il talento di Domenico Modugno, fusi con Napoli creano un connubio speciale che, non a torto, può essere definito proprio ‘na cosa grande.