L’8 marzo si è celebrata la Giornata Internazionale della Donna, e suonano quasi come una tremenda beffa gli orrendi casi di femminicidi e di violenze che pure questa settimana le cronache ci hanno raccontato. Ad aver scosso particolarmente l’opinione pubblica c’è stato lo stupro ai danni di una 24enne, nella stazione della Circumvesuviana a San Giorgio a Cremano. Tre giovani, poco più che maggiorenni, hanno condotto la ragazza in un ascensore e hanno abusato di lei. Ella, poi, è stata ritrovata, in lacrime e con gli abiti strappati, seduta su una panchina mentre cercava di telefonare alla mamma. Secondo quanto dichiarato alle autorità dalla vittima, i tre, qualche giorno prima, avevano già manifestato delle cattive intenzioni nei suoi confronti e questi hanno colto proprio il pretesto di scusarsi per accostarsi di nuovo.
Ferma è stata la condanna da parte della società, della cittadinanza e dello stesso sindaco della cittadina in provincia di Napoli, i quali, con una fiaccolata, si sono stretti attorno al dolore della giovane. La Giunta comunale ha deciso anche di tingere di rosso una panchina proprio per esprimere, pure simbolicamente, la più netta distanza contro la violenza sulle donne.
Ma, in tutto ciò, c’è dell’altro, in quanto, secondo quanto riportato da Il Mattino e ripreso da altre testate giornalistiche, a seguito dell’arresto, quando i tre criminali sono stati condotti all’esterno del caserma, sarebbero stati applauditi e incoraggiati dai loro familiari. A tal proposito, sono intervenuti il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, il segretario del Sole che Ride di Portici, Giorgio Alfieri e quello di San Giorgio a Cremano, Salvatore Petrilli, il consigliere comunale verde di Portici, Franco Santomartino e l’assessore alle Pari Opportunità del comune di San Giorgio a Cremano, Ida Sannino. “Uno dei capitoli più inquietanti della triste vicenda dello stupro nella stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano sono gli applausi e gli incoraggiamenti rivolti ai colpevoli dai genitori. Scene censurabili che vanno ben oltre l’accettabile. Ci costituiremo parte civile, abbiamo dato mandato all’avvocato Angelo Pisani per valutare gli estremi per l’avvio di un’azione legale che permetta di censurare l’atteggiamento di queste persone. Facciamo appello a tutte le associazioni legittimate sul territorio nazionale affinché si costituiscano parte civile nel procedimento, affiancandoci in questa battaglia”. Questo è quanto da loro annunciato.
Ovviamente, auspichiamo che per i tre stupratori venga previsto il massimo della pena. Al di là di ciò, però, questi episodi tanto duri devono farci comprendere che è più che mai necessario che si intervenga anche in maniera ampia per arginare queste piaghe, agendo, con dei sani processi culturali, alla radice delle mentalità che generano atteggiamenti tanto brutali e criminali, che si abbattono sulle vite delle donne. Ad esempio, sarebbe arrivato il momento di introdurre nei programmi scolastici delle attività espressamente dedicate al contrasto alla violenza e ai pregiudizi di genere. Il problema è che, ogniqualvolta in Parlamento si prova a proporre qualche iniziativa in tal ambito, subito c’è una levata di scudi da parte di certe associazioni e di certi politici in orbita religiosa, i quali, arroccati sulle loro posizioni bigotte, non vogliono quella che definiscono un’influenza “ideologica” sui minori. Ma non c’è nessuna ideologia nel cercare di lottare contro il sessismo e tutte le discriminazioni; c’è solo la volontà concreta di ridimensionare la bestialità di certi individui e di riportali sul piano della dignità di appartenere alla comunità umana e civile. C’è solo la volontà di garantire a tutte le donne libertà e rispetto.