“Ogni famiglia è una rivoluzione” recita lo slogan dell’evento di domenica 7 maggio: la Festa delle Famiglie.
In occasione dell’ International Family Equality Day, l’associazione Famiglie Arcobaleno ha organizzato un evento in contemporanea in dieci città italiane al fine di sensibilizzare la cittadinanza e far conoscere da vicino la realtà delle famiglie arcobaleno, ossia quelle famiglie formate da persone LGBT che hanno deciso di costituire, insieme ai loro figli, una famiglia o da single lesbiche, omosessuali o transessuali che hanno deciso di diventare genitori.
Laboratori culturali, giochi e iniziative per bambini e adulti avranno inizio sabato 7 maggio alle ore 10:00 presso la Rotonda Diaz, mentre il flash mob è previsto per le ore 12:30.
Che ogni famiglia sia una rivoluzione è una constatazione, più che un’idea, resa più che mai vera da quelle realtà non convenzionali che troppo spesso, purtroppo, si scontrano con l’indifferenza delle istituzioni e col disprezzo di chi ignora e, pur ignorando, non perde occasione per stigmatizzare e discriminare. E, talvolta, la discriminazione assume la forma subdola del silenzio, dell’inerzia che, impossessatasi delle istituzioni, è troppo lenta nell’aprirsi alle reali esigenze di chi aspetta, senza cedere alla rassegnazione.
Di ciò è profondamente convinta anche Rosalia Porcaro, attrice napoletana, che presenzierà alla festa di domenica nel ruolo di madrina.
Proprio a lei abbiamo fatto qualche domanda su famiglia e diritti, e su una celebre icona LGBT che ha ispirato uno dei suoi personaggi più celebri.
Cosa significa per lei famiglia e perché si è avvicinata alle famiglie arcobaleno?
Credo che ogni diversità si porti dietro un mare di polemiche, però, in sostanza, credo che alcune realtà, solo se vissute, si capiscano realmente.
Per me la famiglia è quello che parte dall’amore. Dopo ci sono tutte le altre differenze, differenze che sono tali solo per chi crede che esse esistano. In realtà quando di mezzo c’è un bambino, questi ha bisogno solo di rispetto e amore. Credo che le famiglie arcobaleno siano prontissime e abbiano tutto il necessario per dare questo amore.
Domenica incontrerà molte persone che sono spesso trattate con indifferenza dalle istituzioni. Cosa dirà loro e cosa direbbe a chi questi diritti vuole negarli?
Negare dei diritti a chi fa scelte diverse dalle nostre ha già in sé qualcosa di sbagliato.
Dobbiamo avvicinarci a certe diversità. Negare i diritti significa negare l’esistenza delle persone e nessuno è legittimato a fare ciò.
Chi nega i diritti deve capire le proprie difficoltà nell’accettare gli altri e superarle.
Lei è molto amata dalla comunità LGBT anche perché uno dei suoi personaggi più celebri, Natasha, è ispirato alla cantante trans napoletana Valentina Ok. Che ricordo ha di lei?
Ho un bel ricordo. Era una persona molto sensibile e ha sofferto tanto per essere se stessa. Che sia scomparsa così presto è triste perché doveva ancora recuperare tutta la gioia di essere, di vivere.
Una persona semplice che, nella sua semplicità, riusciva ad essere molto intelligente.
Lei è molto attenta alle tematiche sociali, infatti a febbraio ha portato a teatro “Core ‘Ngrato”, spettacolo in cui si tratta il tema dell’Alzheimer. Pensa che il teatro, la televisione, il cinema possano educare il pubblico a certi argomenti?
Sicuramente.
Poi è la vita stessa che ci cala in alcune situazioni e noi non possiamo far altro che seguirla.
Penso che ogni percorso che abbia in sé una sofferenza, ti apre anche agli altri e alle differenze.
Rimanere chiusi e pensare di avere la verità in tasca o chiudere gli occhi è un nostro limite. E’ un nostro limite non saper guardare alle diversità.