- Trama: Un gruppo di amiche racconta la vita infrangendo tabù con una predilezione per il politicamente scorretto. Una galleria di personaggi femminili mette in scena le piccole grandi avventure quotidiane, scandendo lo stereotipo che vuole le donne incapaci di solidale sostegno e complicità. Il rapporto con gli uomini, il potere, il lavoro, l’amore, il sesso,la bellezza e il passare del tempo scorrono fluidi in queste pagine in cui ironia e leggerezza sono magistralmente illustrate da Maria Siricio. Parole e immagini unite da una sottile, elegante, scoppiettante, irrefrenabile ironia. Il mondo di Suk libri.
- Recensione: Le mie torride giornate sono state rinfrescate da questo libro che paragonerei ad una brezza piacevole ed energizzante. Le storie di un gruppo di amiche dai nomi a dir poco originali ( Allegra, Astrolabia, Fedora, Fiona, Petronilla…) e le loro vicende indimenticabili che avvolgono una Napoli borghese fatta di aperitivi, ore del thè, vacanze e pranzi con i futuri suoceri. Una spirale di sottile ed elegante ironia, dove le donne non sono donnette con la puzza sotto il naso solo perchè benestanti ed affermate, ma persone concrete con le loro debolezze ed i loro caratteri determinati. Sono divertenti, argute, fanno gaffes esilaranti, sono mamme e donne comuni, non sono creature fantascientifiche, con loro ci si può veramente identificare. E’ stato un viaggio all’insegna del buonumore talmente ben scritto che in alcuni momenti avevo l’impressione di conoscerle personalmente, nessun episodio banale e prevedibile, ma una serie di racconti originali e frizzanti ed il segreto è che sono tratte dalla realtà che circonda Francesca Vitelli e le sue meravigliose amiche e compagne di vita.
- Francesca Vitelli nasce a Napoli nel 1968, si laurea in Scienze Politiche e sceglie la libera professione di consulente di enti pubblici, associazioni e imprese. Per il suo quarto compleanno, la madrina le regala una macchina da scrivere arancione ed è amore a prima vista. Scrivere è la sua passione; farlo con ironia, un talento. Ha pubblicato saggi economici e racconti. Incontra persone, viaggia, ascolta, osserva e nella sua mente prendono corpo visioni che finiscono sulla carta.
INTERVISTA
- 1) Francesca, ho letto che lei la scrittura l’ha insita nel DNA iniziando a scrivere sin da giovanissima. Ci racconti della sua produzione letteraria.La passione per il racconto me l’ha trasmessa una prozia, adoravo ascoltare le sue storie. Le storie ci fanno ridere, piangere, pensare e ci dicono chi siamo, se perdessimo la capacità di raccontare storie saremmo smarriti. Ho quasi sempre scritto di economia e lavoro con una attenzione per le donne. Nel 2005 “Cibele: l’altra metà della terra” raccontava il lavoro delle donne in agricoltura, nel 2008 e nel 2009 mi sono occupata di Responsabilità Sociale d’Impresa e di formazione professionale per i disoccupati di lunga durata, nel 2010 “Una vita da precaria- Riflessioni di una quarantenne sul mercato del lavoro” è stato il momento di un’analisi economica sui mutamenti epocali che hanno ridisegnato la società italiana, quei mutamenti di cui alcuni sembrano accorgersi solo adesso, nel 2012 mi sono soffermata sui temi del lavoro e della conciliazione “Donne sull’orlo della conciliazione – appunti tra tempi di vita e di lavoro”, una analisi comparata di strumenti normativi e buone prassi, nel 2013 ho scritto i primi racconti per l’antologia “Moderne cantastorie” e in “Le donne imprenditrici, evoluzione del loro ruolo nella storia” muovevo i primi passi verso il libro che avrei impiegato due anni per terminare “Di lava e d’acciaio. Storie di imprenditrici vulcaniche” un saggio economico e un affresco di oltre 80 imprenditrici napoletane e casertane di cui ho visitato le aziende e ascoltato le storie fatte di successi, paure, sfide e battaglie contro gli stereotipi di genere e contro una crisi economica sempre più profonda. Da quel libro è nata una bellissima avventura, un’associazione di imprenditrici, libere professioniste e donne del Terzo settore: EnterprisinGirls. Le pagine scritte hanno preso vita.
- 2) Com’è sorta l’idea di “Sirene si nasce” ?I racconti delle Sirene sono nati per gioco. Una cara amica – una delle sirene – mi chiese di scrivere di quel che insieme facevamo nella vita quotidiana affrontando con ironia stereotipi, tabù, luoghi comuni e pregiudizi portando sulla pagina delle storie in cui altre donne potessero riconoscersi: il lavoro, il rapporto con gli uomini, il rapporto con le donne, il sesso, il passare del tempo e delle stagioni della vita. È iniziata per gioco e quando facendo leggere i racconti alle dirette interessate abbiamo visto che ridendo riflettevano su loro stesse e sulla vita abbiamo pensato seriamente di farne un libro. L’esperienza professionale è venuta in soccorso: ho proposto ad alcune amiche di far diventare dei racconti strumenti innovativi di marketing ambientandoli nei loro studi professionali, aziende e negozi. Sirene è un libro scritto, illustrato, edito e sostenuto dalle donne per parlare di donne in modo diverso.
- 3) Lei è una Sirena?Nel significato che ho dato al termine, sì lo sono. Essere sirene vuol dire vivere la vita sorridendole, anche nei momenti difficili, con la consapevolezza della propria identità. Le sirene sono donne con pregi e difetti, qualità e limiti, sono creature consapevoli della loro storia, di un passato che le fa essere quel che sono e le proietta verso il futuro. Partenope incarna il mito fondativo di una città fatta di contraddizioni, croce e delizia, un luogo senza mezze misure, un mondo che si ama o si odia. Le sirene sono così: non conoscono mezze misure, autenticamente sono loro stesse. L’età comporta un solo vantaggio, l’esperienza, e alle donne regala la sicurezza in sé stesse. A venti, trenta e fino a quarant’anni ci vediamo troppo magre, troppo grasse, troppo alte, troppo basse arrivate a cinquanta ci piacciamo così come siamo e riusciamo a vedere come tratti di personalità e unicità anche quei piccoli difetti che fino a qualche tempo prima erano un cruccio. Ma, forse, la domanda è: sirene si nasce o di diventa?
- 4) Bellissime le illustrazioni di Maria Siricio. Come avete deciso di collaborare?Trovo che Maria abbia un talento versatile e con lei stiamo lavorando a un progetto pluriennale sulle figure mitiche femminili del territorio napoletano, Partenope è stata la prima tra queste e Maria l’ha interpretata con diverse tecniche artistiche: pittura, scultura, tecnica mista. L’idea è di rappresentarla nel suo essere donna dotata di sentimenti: rabbia, paura, amore, passione, dolore, gioia e così quando l’idea di pubblicare il libro ha cominciato a prendere forma ne abbiamo parlato insieme con l’editrice. Credo nel lavoro di squadra, sono convinta che l’emozione che regala un traguardo condiviso sia di gran lunga maggiore rispetto a quella che si prova per il raggiungimento di un risultato individuale e poi sono contenta che gli acquerelli ironici di Maria siano diventati un must, in molti le chiedono di realizzarne di personalizzati.
- 5) Che ne pensa dell’amicizia tra donne, soprattutto quando il gruppetto formato è bello folto, mito o realtà?La scommessa di “Sirene si nasce” è tutta in questa domanda. Credo che l’amicizia tra donne sia non solo possibile ma, di più, che essa rappresenti il sale della vita, a raggiungerla sono le persone non affette da invidia, smania di competizione e affermazione personale. Le sirene che si scoprono nel libro sono donne che nella realtà si frequentano, si stimano e condividono progetti di lavoro e di vita, hanno le loro divergenze ma sempre nel solco del rispetto reciproco. L’educazione ricevuta e i modelli di riferimento sono importanti, se le madri hanno insegnato il rispetto per le altre donne e l’amicizia come dono disinteressato e scevro dal retro pensiero di una umana relazione avviata perché strumentale rispetto a un tornaconto personale allora è naturale, come in ogni altra cosa, seguire- consapevolmente o meno l’esempio vissuto. Nel libro il gruppo di amiche è numeroso, generazioni diverse, caratteri differenti e professioni lontane si incontrano su un terreno comune: la relazione umana come bene prezioso. Il riguardo per i sentimenti degli altri, l’attenzione alle persone e al loro carattere, e l’impegno nel non deludere le aspettative sono impegnative ma senza di queste è difficile nutrire legami profondi. Quel che si legge nei racconti è realmente accaduto e conoscendo questo gruppo di amiche – durante le presentazioni del libro – non viene difficile immaginarlo né indovinare chi siano. Tante donne hanno un gruppo di amiche sincere con cui condividono la quotidianità, noi costruiamo una comunanza giorno dopo giorno partecipando a successi e sconfitte
- 6) Sta lavorando a qualche altro libro?Mi piacerebbe molto. In tanti mi hanno chiesto di continuare a scrivere di Allegra e delle altre sirene e ho un progetto editoriale che mi sta a cuore ma scrivere, per chi come me non è famosa, è un lusso. Essere pubblicati non è cosa facile e Donatella Gallone che ha scelto di pubblicare Sirene e portarlo al Salone del Libro di Napoli è una editrice coraggiosa. Vedremo il futuro cosa ci porterà.