La mia più grande preoccupazione riguardo Solo, da amante dell’universo di Star Wars, era che la Disney trattasse il sacro e iconico duo come fonte di lucro, più che come reliquia. Ma per fortuna il nuovo spin-off della saga fantascientifica è molto più sensibile all’importanza dei protagonisti di quanto ci si potesse aspettare. Solo: A Star Wars Story si rivela lo Star Wars più divertente dal 2005 ad oggi, mostrando di sapere su cosa puntare per rendere contenti i vecchi fan, i nuovi fan e i chi si immerge per la prima volta in questo universo.
Tanto tempo fa (prima che Luke lasciasse Tattooine, quindi prima dell’Episodio IV) in un pianeta lontano, lontano (Corellia, un pianeta povero soggiogato dalla dittatura dell’Impero), il giovane Han Solo (Alden Ehrenreich) si guadagna da vivere con furterelli e mansioni losche per il suo capo. Lui e la sua ragazza Qi’ra (Emilia Clarke) sognano di guadagnare il denaro necessario per fuggire da quel luogo e dalle grinfie dell’impero. Il sogno si avvicina quando Han riesce a rubare del preziosissimo combustibile, che usano per corrompere una guardia per la loro fuga. Ma il piano va storto: Qi’ra viene braccata su Corellia e Han si ritrova costretto a iscriversi nella guardia imperiale pur di fuggire. Da qui si ritrova catapultato in uno scenario degno del migliore film su una delle guerre mondiali. Qui incontrerà i suoi futuri colleghi di rapine, capitanati da Tobias Beckett (Woody Harrelson) e il suo futuro compagno di una vita: Chewbacca.
E grazie specialmente a questo personaggio che il film è così bello: esplorare la nascita della loro amicizia e capire come sono diventati così legati per un vero fan può essere considerato quasi un onore, specialmente se trattato con delicatezza, rispetto, humor e spirito d’avventura. La nostra coppia si ritroverà più volte tra la vita e la morte, rapinando treni come nel Far West, immischiandosi con le persone sbagliate e sbaragliando miniere di schiavi, tenendo lo spettatore sempre in tensione. Vedere questi due giovani eroi destreggiarsi in ogni angolo
E in questo susseguirsi di disavventure, vengono mostrati un sacco di riferimenti, messi in bella vista, pronti per essere colti dallo spettatore (molti hanno urlato al fanservice, ma infondo era aspettato e quasi voluto): i dadi, la forza dei Wookie, la rotta di Kessel in meno di 12 parsec (che sono un’unità di distanza, non tempo o velocità, cosa che viene lasciata all’intuizione dello spettatore) e la nave spaziale che l’ha reso possibile: Il Millennium Falcon, vinto a carte dalle mani di Lando Carlissan (Donald Glover), personaggio che tuttora rimane un mistero. E insomma, anche se di misteri ne rimangono tanti e forse se ne aprono di nuovi, Solo rimane comunque il film più concreto di questo nuovo momentum starwarsiano e forse il miglior prequel della saga.