Al Castel dell’Ovo la mostra dedicata alle origini e alla storia della città di Napoli, un omaggio ad una metropoli in continua evoluzione che si divide tra il mito e la realtà. Le sale espositive della fortezza ospitano fino al 15 ottobre 2018, la mostra “Street Home“, di Andrea Chisesi. E’ un viaggio itinerante che parte dal passato e giunge alla modernità della cultura contemporanea napoletana. Sono centotrentacinque opere, disposte su due livelli, eseguite attraverso una tecnica creata dall’artista stesso, le “fusioni”, realizzate con pitture, fotografie e inserti cartacei di manifesti raccolti in strada, raccontano la storia della città partenopea attraverso i ritratti, i luoghi e le strade. Al secondo piano, 25 opere incentrate sui fuochi d’artificio evidenziano il profondo legame di Chisesi con Napoli e la Sicilia, quel profondo Sud caratterizzato dalla luce, dai colori e dalla vivacità di una intera comunità.
“La luce ed i colori che nelle strade di Napoli si raccontano, le stratificazioni, i materiali e i colori più vari, come carta, gesso, cemento o legno, sui quali si legge il segno del tempo, delle stagioni, degli amori, nelle opere degli street art che sovrapponendosi e sbiadendo giorno dopo giorno, sfuggono all’occhio disinteressato o inesperto, diventano frammenti di immagini che raccontano meglio di molte parole o di una sola immagine, uno spaccato di città e di vita – racconta Andrea Chisesi -. Voglio cogliere, selezionare e fondere questo tessuto con i miei soggetti, persone e personaggi che fanno parte di questa città, dallo scugnizzo a San Gennaro”.
Questa continua ricerca e sperimentazione porta alla commistione della pittura e della fotografia, dando vita ad una serie di “fusioni” e “vortici”. La prima indagine necessita di una rigorosa progettualità, la tela viene preparata pittoricamente per accogliere la fotografia e, successivamente continua ad essere dipinta. Nella seconda, invece, prevale la parte istintiva dell’artista, attraverso una gestualità immediata e spontanea, utilizzando la tecnica del dripping. Approcciarsi alla storia di Napoli vuol dire respirare, conoscere le sue credenze e le sue appartenenze, l’artista eclettico parte dalla sua radice, dalla sua “Partenope”, così la prima opera della collezione parte dal “ritrovamento di Partenope”, un’opera carica di erotismo e di dolcezza come il “miele della sua voce”.
Alla sirena, fanno seguito una serie di “icone” napoletane, “San Gennaro”, “Sofia Loren” e “Totò.” Sono opere di grande impatto visivo, stratificate dai residui materiali, cristallizzate nel tempo, Chisesi riesce a conferire alle immagini un nuovo significato rispetto alla loro “funzione” iniziale.
Nella seconda sala, invece, spicca in particolare l’opera la: “Smorfia”, è una collezione di 90 tele (ognuna di 30 x 30 cm) suddivisa in 5 pannelli che raccontano le credenze del linguaggio onirico rivisitate attraverso la contemporanea matrice della poetica dell’artista. Sono fatti e volti del passato e del presente perfettamente incasellati nel suo numero attraverso i manifesti di slogan pubblicitari.
Altre due opere, invece, sono dedicate agli “Scugnizzi” di Napoli e al gioco della “Morra”, immagini di un’epoca passata reinterpretata in chiave contemporanea, caratterizzate da colori sgargianti e dalla presenza di frasi e lettere che rievocano opere della Pop Art di Mimmo Rotella e Robert Rauschenberg.
Continuando con il percorso espositivo, la serie di opere intitolata “Matrem”, è incentrata sulle sculture del Museo Archeologico di Napoli. Osservando ogni singola statua, si evidenzia una perfetta sintesi di integrazione fra antico e moderno, un esempio sono tele la “Venere Marina” e l’ “Eracle Farnese”, una riproduzione delle divinità greche caratterizzate da elementi decorativi che coprono sia le statue, sia lo spazio compositivo. E’ una visione contemporanea di corpi “tatuati” che restituiscono al fruitore una immagine sublime.
Al piano superiore una serie di tele sono dedicate ai “Fuochi d’artificio”. I fuochi sono un gradito ricordo nella vita di Chisesi, quando attraversava l”Italia per raggiungere i parenti a Palermo, e per assistere allo spettacolo pirotecnico. Sono la metafora della vita, l’artificio a cui assistiamo, estasiati da tanta bellezza. Nella realizzazione dei “fuochi d’artificio”, l’artista prepara il fondo con i colori della notte, iniziando a dipingere sulla tela con la tecnica dello sgocciolamento, gli schizzi chiari per la luce bianca, poi interviene con il colore e definisce le parti. E’ un virtuosismo stilistico ed estetico dovuto alla capacità di Chisesi di calibrare la caduta del colore sulla tela e la densità della materia, costruendo goccia dopo goccia, un’opera visivamente impattante ed emozionante. Il fruitore osservando i dipinti, assiste all’artificio della sua vita, davanti a lui migliaia di pennellate corrispondono ai giorni, mesi o anni vissuti.