Citava Laozi: “Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo” e, ad oggi, il Noisy Naples Fest di passi ne ha compiuti davvero tanti; non per questo, però, si adagia nell’offrire al pubblico napoletano spettacoli di alta qualità: il prossimo passo deve essere sempre più impegnativo e soddisfacente di quello precedente. E’ stata la volta, ieri sera, di una delle band più attese degli ultimi tempi, gli Skunk Anansie. Le voci sui loro 25 anni di attività erano delle più disparate, così come i commenti, e questo non ha fatto altro che accendere la viva curiosità dei fan e degli appassionati che sono accorsi all’Arena Flegrea per poterli sentire dal vivo. Anche questa volta (sempre presenti) noi di Senza Linea c’eravamo per potervi raccontare come sono andate le cose.
A causa di alcuni inconvenienti tecnici (il bello della diretta) tutto verrà posticipato di una mezz’oretta a partire dall’apertura dei cancelli…ma poco importa, a dire la verità. Alle 20 sono di scena gli Allusinlove, un gruppo di ragazzi inglesi che propongono un rock vivo, acceso e sferzante. Buoni tecnicamente e con una buona presenza scenica; i pezzi spaziano dal rock più sporco a dei brani con aperture blues ed in alcuni momenti si possono ascoltare degli accenni musicali che rimandano ai buoni, vecchi Led Zeppelin. Presentano 7 brani e non perdono occasione per ringraziare il pubblico (pochissime persone ad essere onesti) che li applaude e li incita; consci del ruolo a cui sono relegati spariranno in pochi secondi alla fine dell’ultimo brano. Passa il tempo e l’arena si riempie quasi completamente; i tecnici silenziosi e veloci smontano e rimontano per un cambio palco mentre la platea inizia a rumoreggiare per la forte eccitazione….alle 21:30 si spengono le luci…pochi secondi di silenzio ed ecco i distorti suoni campionati che aprono le danze; sul palco, in penombra, prendono posto gli attori principali…gli Skunk Anansie. Era ipotizzabile una serata dai suoni variegati (anche per dare spazio a tutti gli album incisi) ed invece NO, Skin e soci non ne vogliono sapere di cambiare registro; Hard rock, Heavy Metal ed energia pura per tutta la notte. Il gruppo è carico e il pubblico lo apprezza; tant’è che, a dispetto della sicurezza presente, i presenti scavalcheranno ben presto le recinsioni per correre sotto al palco…il contatto deve essere diretto. Skin, da parte sua, non disprezza ed incita i fan ad avvicinarsi quanto più possibile e, da buona padrona di casa, corre ovunque per stringere mani e sorridere a chiunque. Purtroppo, causa sicurezza, dopo tre brani l’ordine dovrà essere ristabilito rispendendo così i fan indietro di qualche metro oltre le recinsioni; a dirla tutta, questo gesto, serve a poco: i fan sono scatenati e la band lo è di più. Tutti i classici vengono snocciolati con poche pause ma con tanto amore, l’artista comunica praticamente in italiano eliminando anche le barriere linguistiche tra il sopra ed il sotto del palco; uno show come questo, davvero, si vede poche volte nella vita. Come tutte le cose belle, purtroppo, anche questa ha avuto la sua fine, non prima dei bis di rito ma, troppo presto per chi da quella arena non voleva uscire, incantato dalle sonorità proposte dalla band. Di seguito riportiamo la scaletta eseguita:
- Charlie Big Potato
- Because of you
- All in the name of Pity
- I can dream
- You’ll follow me down
- My ugly boy
- Twisted (Everyday hurts)
- Weak
- Cheap honesty
- Love someone else
- I believed in you
- God loves only you
- Without you
- Hedonism (Just because you feel good)
- This means war
- Intellectualise my blackness
- Tear the place up
- Secretely (Bis)
- What do you do for love (Bis)
- Little baby swastikkka (Bis)
Credo che, a dispetto delle tante parole che usiamo e scriviamo ogni giorno (anche ora per intenderci), ci sono delle cose che fanno la differenza nel loro essere. Penso allora alla totale viva e bella follia dello scavalcare le transenne e correre sotto al palco, penso a Skin che (comunque è un personaggio pubblico noto) non teme di amalgamarsi alle persone, penso alla magnifica dedica ai migranti e alle persone povere e bisognose come presentazione del pezzo “God loves only you”…in questi momenti (senza pensare al genere) la musica è arte. La musica è la mano tesa al diverso, è la rassicurante voglia della scoperta del nuovo….ed è bello, sinceramente, che almeno in questo, non esistano ne confini ne barriere. Eravamo a Napoli, loro sono inglesi…e li in mezzo c’era tutta l’umanità di questo mondo. Un sentito “GRAZIE” a Deborah Anne Dyer (Skin), Martin Kent (Ace), Cass Lewiss (Cass), Mark Richardson (Mark) e alla corista Erika Footman (Erika).
Ricordiamo, allora, gli altri eventi che si terranno all’arena per la rassegna del Noisy Naples Fest 2019: l’11 Luglio sarà di scena Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana, il 17 Luglio saranno sullo stesso palco Kamasi Washington ed Enzo Avitabile accompagnati dai bottari; giorno dopo, 18 Luglio, sarà la volta dei Subsonica. Proseguendo, il 23 Luglio si esibirà Noa con “Letter to Bach from Naples”, 24 Luglio, Afro Cuban All Stars con una serata dal titolo: “50s en Cuba”, il 26 Luglio toccherà al rapper Salmo infiammare il palco, il giorno dopo, 27 Luglio, sarà invece la volta del pianista Ludovico Einaudi e, per chiudere, il 28 Luglio potrete ascoltare Ghemon, il 2 Agosto il musical “Musicanti” ispirato dalle canzoni di Pino Daniele ed il 20/21/22 Settembre Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio in “Figli di un Re Minore”.
Cosa aggiungere, in chiusura, di un qualcosa che è già perfetto così? La Napoli musicale è da sempre in continua evoluzione, non si è mai fermata e mai si fermerà; è bello, se non bellissimo, poter vedere artisti di calibro sempre maggiore calcare le assi dei nostri palchi. Il tempo passerà e le tendenze cambieranno ma la costante sarà sempre la stessa: “A Napoli la qualità è di casa”.