Dopo aver inaugurato la 71ª edizione del Festival di Cannes, “Tutti lo sanno” (Todos lo saben) è finalmente approdato nelle nostre sale e, nella classifica dei film più visti, è secondo solo a “Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni”. Cambiamento di lingua (spagnolo) e di genere (thriller) per il regista iraniano Asghar Farhadi, che per questa sua ultima fatica si affida alla bravura di Penélope Cruz e Javier Bardem, ma nel cast troviamo anche Ricardo Darín, Eduard Fernández, Bárbara Lennie, Inma Cuesta, Elvira Mínguez e Carla Campra.
La storia vede protagonista Laura che, assieme ai suoi due figli, dall’Argentina fa ritorno al suo paesino d’origine per le nozze della sorella; suo marito invece resta a Buenos Aires per motivi di lavoro. Il clima di festa nella bucolica campagna spagnola sembra un’ottima occasione per ritrovare tutti i membri della famiglia e gli amici più stretti. Tuttavia proprio durante il matrimonio la figlia di Laura viene rapita e da questo momento in poi tutta la vicenda si concentrerà sulle modalità per mettere insieme la somma del riscatto. Questo evento così drammatico manderà in frantumi quel clima di gioia facendo riaffiorare dinamiche familiari tese e risentimenti passati.
Il pluripremiato regista iraniano si dimostra capace di gestire la nuova ambientazione e di affrontare nuovi generi restando sempre fedele al suo universo, sia da un punto di vista stilistico che drammaturgico. I temi a lui così cari (la colpa, le crepe familiari e soprattutto il sospetto) e che sono il cuore pulsante del suo cinema, in questo nuovo lavoro sembrano amplificarsi. “Quale è la verità?” è la domanda su cui si regge tutto il film.
Farhadi non fa altro che seminare dubbi con l’avanzare del minutaggio, riuscendo così a mantenere la tensione per tutta la durata filmica. Gli occhi dei rapitori potrebbero nascondersi in quelli delle vittime. Bisogna diffidare di tutti, persino dei propri cari!
La realtà bucolica spagnola è la location ideale per questa storia: il paesino natale di Laura ha una facciata bella come quella della chiesa restaurata dal suo generoso marito, ma è solo apparentemente allegro e scandito dai ritmi naturali della campagna. Fa da specchio alla famiglia di Laura, che esteriormente sembra così unita e in armonia ma cela tanti segreti e vecchi rancori. Inoltre il paesino spagnolo, come ogni piccolo centro che si rispetti, è un luogo quasi claustrofobico, un luogo soffocante per tutti i personaggi in quanto tutti sanno, tutti vengono a sapere, anche e soprattutto se si tratta di segreti, tutti ricordano il passato con le sue ferite, le vergogne e gli affronti.
Agli interni e i primi piani prediletti del suo cinema, Farhadi alterna scene di gruppo ed esterni. D’altra parte “Tutti sanno” è un film corale.
La bravura della coppia Bardem/Cruz (coppia anche nella vita) spicca su tutti: condividere il set sembra addirittura esaltare le prestazioni attoriali di questi due grandi interpreti! Degna di nota anche la prova di Bárbara Lennie, che tra l’altro dà corpo e voce al personaggio più interessante e meglio scritto di tutti.
Come in ogni opera di Farhadi c’è sempre un evento scatenante che cambia le carte in tavola e mette in discussione i rapporti tra i personaggi a causa dei non detti e dei segreti che vengono inevitabilmente a galla. Questo evento imprevisto inoltre, rivela a ciascuno le proprie debolezze e fa cadere le maschere. Ma la vera bellezza di Farhadi sta nel fatto che nei suoi racconti tutti hanno torto ma allo stesso tempo anche ragione. Forse non la sua opera migliore, ma sicuramente un’opera di notevole pregio che consiglio a tutti di andare a vedere.