Qualche ora fa a Roma, dove era ricoverato da qualche giorno, si è spento Luciano De Crescenzo, colui che più di tutti è riuscito, con ironia e sarcasmo, a raccontare una Napoli vera e controversa. L’uomo, che avrebbe compiuto 91 anni il 20 Agosto, rappresenta uno dei pezzi più pregiati, che la città partenopea abbia partorito nell’ultimo secolo.
Nato nel quartiere Santa Lucia, nello stesso stabile di un’altra leggenda napoletana quale Bud Spencer, De Crescenzo era un’artista poliedrico, eccellendo sia nella letteratura che nel mondo del cinema, raccontando, con ironia, i pregi e i difetti di una Napoli, senza nascondere ciò che non funzionava nella nostra città, ma esaltando la passione e il calore che i cittadini napoletani hanno sempre mostrato.
Raccontarlo in poche righe non è semplice, lui sulla sua vita scrisse un libro, partendo dai suoi ricordi da bambino fino alla scelta, azzardata e eroica, di lasciare il “posto fisso” all’IBM per percorrere la carriera di scrittore e regista (L’opera di cui parliamo è “Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo” 1989).
Il suo primo romanzo “Così parlò Bellavista“,del 1979, nel 1984 diventò un film, riscuotendo un successo tale da convincere De Crescenzo a fare un sequel “Il Mistero di Bellavista“. Luciano de Crescenzo, amante da sempre del pensiero filosofico, è stato un grande divulgatore, riuscendo ad avvicinare anche il più inesperto ai problemi legati alla filosofia.
Amante della millenaria storia napoletana e della bellezza delle proprie terre, De Crescenzo è stato fra gli scrittori che con più garbo ed evitando campanilismi esasperati è riuscito a raccontare i mille colori di Napoli. “A me Napoli manca sempre, anche quando sono lì” diceva di solito, riassumendo in poche e semplici parole, cosa veramente era per lui la città partenopea.