Spesso, nell’ambiente cinofilo, capita di imbattersi in diatribe sulle diverse scuole di pensiero, l’unica cosa che mi è sempre sembrata mettere d’accordo tutti è la necessità, soprattutto nel periodo più sensibile di vita del cucciolo, di una corretta gestione e relazione.
La vita di città ha indotto sempre più a selezionare razze di taglia piccola ed umanizzarli in maniera estrema, il problema è che spesso non si comprende che un cane piccolo ha esattamente le stesse esigenze di un cane grande, un carlino ingombra meno di un corso, ma non è meno impegnativo.
Ciò che induce i proprietari di cani, di razza e non, di taglia piccola a sottovalutare questo aspetto fondamentale è che, ahimè troppo spesso, vengono acquistati come “cani da grembo”, “cani da borsetta”, inibendo il contatto con gli altri cani, con le persone essendo tenuti sempre in braccio… e lasciamoli sporcarsi un po le zampine, no?!
Certo un barboncino che tira al guinzaglio o che utilizza il morso come strumento comunicativo non crea lo stesso disagio di un pastore tedesco con le stesse problematiche, ma questo non significa che non debba essere instaurata una corretta relazione.
Quindi ecco alcuni appunti per chi sta decidendo di prendere un “cane di taglia piccola” che non vuole ritrovarsi un piccolo demonio fobico ed isterico in casa:
Rivolgetevi a dei professionisti, scegliete liberamente che “corrente” seguire, ma non badate a spese, è importante che il cucciolo giochi con altri cuccioli o con adulti equilibrati, preferibilmente della sua taglia (anche se conosco dei colossi molto più delicati di alcuni scriccioli).
“Lo voglio cucciolo, non deve superare i 40 giorni perché me lo devo crescere come dico io”… signori miei 45 giorni è il minimo per lo svezzamento, spesso vale la pena accogliere un cane più grande, ma che abbia già acquisito le regole basilari per stare al mondo, ho visto entrare in famiglia cani 6 mesi, 3 anni o anche 7 anni ed essere molto più “educati”, “grati” ed “ubbidienti” di tanti svezzati a biberon dal “proprietario”.
Buttate la borsetta; il vostro “mini-cane” non ha alcuna menomazione, è in grado di camminare, adora sporcarsi e se vive sempre il mondo dall’alto tenderà a non rapportarsi in maniera corretta con umani e cani, userà il ringhio ed il morso, si abbandonerà ad ansia e tremori, si farà forte del vostro sostegno … per intenderci, volete un figlio “Robertino” come in “Ricomincio da 3”?!
Non è un gatto! È un cane di piccole dimensioni, la lettiera non basta, è innaturale che sporchi in casa, lasciate che esplori e “battezzi” auto, alberi e tutto ciò che preferisce.
Un cane che ringhia e morde ci sta comunicando qualcosa, ci palesa un disagio, un’incomprensione, non può essere trascurato o motivo di derisione ed ilarità solo perché si tratta, magari, di un maltese.
Anche se non arriva al tavolo, non è piacevole e non è possibile avere un musetto sbavoso durante tutta la cena tra le gambe o essere impietositi da lagnanze continue.
Il fatto che un cane sia sotto i 10 kg non significa che stare in un appartamento, solo per la gran parte della giornata, possa gratificarlo, un cane che non ha nulla da fare si annoia, quindi se pensate di prendere un jack russell cucciolo e pretendete che non vi scavi il divano se resta 12 ore solo in casa siete pazzi!
Un cane di taglia piccola è… udite, udite… VIVO, si perché sporca, morde, piange, abbaia e non ci si può aspettare che, soprattutto se cucciolo, sappia già rapportarsi ad un bambino, pertanto se state cercando un “passatempo” per il vostro o la vostra bambina prendete un bel pupazzo, se invece aspettate l’età giusta per i vostri figli per avere un compagno di crescita sarà un’esperienza, a volte dura, ma bellissima.
Queste sono solo alcune delle “cattive abitudini” che di solito noi “umani” sviluppiamo rispetto a false credenze ormai radicate… non sempre il cane che “riteniamo più adatto alla nostra famiglia” lo è, sempre a titolo personale vi consiglio di rivolgervi o a dei seri allevatori o, molto meglio, a dei volontari esperti che non terranno conto semplicemente dell’aspetto estetico, ma dell’armonia tra il cane da adottare e la famiglia nella quale si dovrà inserire. Non fatene una questione di “peso”, insomma, non stiamo comprando del prosciutto (<<questo e 500 g, che faccio lascio?>>), ma scegliendo un compagno che, se tutto va bene, ci accompagnerà per almeno 12 anni della nostra esistenza.