“Credetemi, il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi” diceva il presidente della Repubblica Sandro Pertini in occasione del discorso alla nazione dopo il terremoto in Irpinia del 1980. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli onora questo legame tra passato e presente con una mostra fotografica dedicata al terremoto del 23 novembre 1980. Più di cento fotografie in bianco e nero, scattate da Antonietta de Lillo e tratte dall’archivio Marechiarofilm, ripercorrono la tragedia di quella domenica in cui la terra della Campania e della Basilicata ha tremato lasciando 2735 persone senza vita, 8850 feriti e oltre 300 000 sfollati.
Alle 19:34, la scossa principale durava un minuto e venti secondi raggiungendo un’intensità di 6,9 sulla scala Richter. Quaranta secondi dopo, una seconda scossa muoveva la terra. Novanta secondi in tutto e interi paesi non esistevano più. Di Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Conza della Campania, Castelnuovo di Conza, Santomenna, Laviano, Muro Lucano restavano solo memoria e macerie. I soccorsi tardavano ad arrivare al punto che il giorno successivo il Mattino pubblicava un appello: “Fate presto per salvare chi è ancora vivo e per aiutare chi non ha più nulla”.
Gli scatti di Antonietta de Lillo raccontano il ritardo dei soccorsi, la rabbia e la disperazione degli sfollati, alcuni dei quali vivono ancora nei prefabbricati. Le foto sono accompagnate da citazioni tratte dai giornali dell’epoca e da servizi televisivi. La mostra, realizzata con il sostegno della Regione Campania e patrocinata dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, espone anche un video in cui l’archeologo Antonio De Simone racconta i danni subiti dal Museo. Il percorso espositivo si articola in quattro sale e si chiude con l’illustrazione delle ricerche sull’antisismica condotte dal MANN con il Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt) dell’Università degli studi Federico II.
”Sono felice e onorata che queste mie fotografie siano esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli in un dialogo tra l’antichità, un passato più recente e il nostro presente” afferma Antonietta de Lillo nel catalogo della mostra. “19:34. La storia in presa diretta”, programmata per l’anno scorso in occasione del quarantennale del terremoto, ha luogo dal 22 novembre 2021 al 2 maggio 2022. L’obiettivo, come afferma il direttore Paolo Giulierini, è mostrare che “il terremoto è una catastrofe simile al Covid, porta a riflettere sul fatto che le tragedie sono identità forti. Istituti come il MANN non devono dividere tra tragedie antiche e tragedie recenti perché la coscienza umana è somma di tutti questi aspetti”. Per onorare questa unità tra catastrofi del passato e del presente spicca, tra le immagini inedite scattate dall’allora ventenne Antonietta de Lillo, un calco pompeiano.