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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Riflessioni Senza Linea

2022 fra speranze attese e disattese

Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo 1 anno fa
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9 Min Lettura
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Le speranze per un 2022 diverso dagli ultimi due sono particolarmente insistenti.

Lo stillicidio da covid e relative paure e limitazioni ha condizionato pensieri ed azioni, pur se il vaccino, che parrebbe l’unica vera uscita dal tunnel, dovrebbe gettare un pò di sano ottimismo.

Solo che il contagio anche dei vaccinati, seppure in forma lieve, non aiuta a sollevare i dubbi e le perplessità sulla strategia adottata finora che non dà certo ragione ai no vax bensì li rende ancora più riottosi e diffidenti tanto che non cedono alla tentazione della prima dose mentre i più ligi tra i vaccinati hanno già il braccio teso (quello vero, non di silicone) in attesa di farne anche una quarta!!!!

Sta di fatto che le scelte politiche, o forse sarebbe più corretto dire, le indecisioni politiche e la mancanza di un pizzico di coraggio sono stati l’apripista per piombare, in questi giorni, in un trito e ritrito allarme da impennata della curva epidemiologica, con scene dell’orrore e dell’incredulità tra file per tamponi alle farmacie e non solo, in un clima surreale laddove andavano fatte cose concrete per prevenire quello a cui stiamo assistendo, dotando laboratori e farmacie di tamponi e reagenti sufficienti ed in grado di sopportare la pressione che è derivata dalla diffusività accelerata del Covid e dei suoi figliocci.

Errori considerevoli effettuati che stanno costando una diffusione della malattia nelle sue varianti, tra cui omicron, che si sapeva molto più contagiosa e con un tempo di incubazione relativamente breve, misurato in tre giorni, con una chiara sottovalutazione della situazione.

E così, tra Natale e Capodanno, il numero di ammalati si è quintuplicato, raggiungendo cifre mai viste prima, con l’introduzione di limitazioni farlocche e insufficienti a fermare l’ondata di contagi.

Con milioni di italiani, isolati per quarantena, tra cui diversi vip in “coming out” sui social e centinaia di contagiati rinchiusi nelle loro case alle prese con le nuove regole su quarantene, green pass, nelle sue variabili di base, super e rafforzato, ciascuno di noi vive la quotidianità, lavora, esce, fa la spesa, incontra amici e parenti, sperando di cavarsela e di scansare il contatto infetto in uno slalom tra sintomatici e asintomatici in giro con droplets contaminati.

E anche Napoli e la Campania non sono state esenti dall’incredibile crescendo di contagi con un indice, nelle ultime rilevazioni, al 17,5% in drammatica risalita con tutte le ricadute inevitabili sulle ospedalizzazioni e le terapie intensive.

De Luca ha dichiarato che a fronte della fragilità delle regole politiche messe in campo, sarebbe non solo necessario ma più saggio tentare di arrestare i contagi, incentivando le vaccinazioni e magari ricorrendo ad un periodo di didattica a distanza per dare il tempo di operare quante più vaccinazioni possibili anche se per quelle dei più piccini resta una certa riluttanza genitoriale, che nemmeno le parole dei virologi onnipresenti ovunque nei salotti e nei talk televisivi riescono a scardinare di molto; comunque, al momento la sua proposta non ha trovato alcun riscontro positivo nel governo centrale.

Eppure, malgrado la fotografia preoccupante del momento, non si può non evidenziare quanto Napoli sia stata protagonista indiscussa della fine dello scorso anno nel grande e nel piccolo schermo.

Dalla meravigliosa “Stanotte a Napoli” di Alberto Angela che ha stregato milioni di italiani incollati davanti alla tv nella suggestione della notte di Natale, in cui ad essere oggetto di narrazione sono state per lo più le luci della città, con la scoperta e riscoperta delle mille bellezze storiche, architettoniche, culturali e naturalistiche della divina urbe partenopea fino alla descrizione, sempre con lo stesso conduttore, in un velato filo di continuità di pochi giorni dopo, delle isole di Ischia e Procida, con la scelta esplicita di concentrarsi sul bello e accantonare per un attimo il brutto così osannato negli ultimi anni, anche grazie a serie tv molto diffuse e famose.

Questo non vuol dire cancellare le ombre, pur sempre presenti…che aleggiano cupe, con le morti di inizio anno, dovute molto probabilmente ad una faida camorristica che non si è fermata nemmeno sotto i botti proibiti di una città illuminata dai fuochi pirotecnici, ovunque presenti, nonostante l’esplicito divieto del Sindaco.

Come dimenticare il furto dell’ennesimo albero di Natale, ad opera di ignoti, che non trovandolo impiantato nella Galleria Umberto dove troneggiano i personaggi disney con un’ambientazione decisamente insolita per Napoli, lo hanno recuperato, spogliandolo di tutti gli addobbi e ninnoli, nel palazzo del Consiglio Comunale, in piena notte, irridendo e sfidando istituzioni e senso pubblico.

E pure Sorrentino, che ha deciso di installare il suo set nella sua città e nel suo quartiere, per il suo ultimo film “E’ stata la mano di Dio”, destinato a concorrere nella categoria dei film stranieri ai prossimi Oscar, ha recuperato l’immagine di una Napoli, teatro del cinema e protagonista della sua storia, condivisa e vista in tutto il mondo, con le sue luci e le sue ombre, ma con un linguaggio poetico che ne esalta e risalta inevitabilmente, in modo originale e con una devozione percepibile, bellezze e contraddizioni.

Gli ultimi giorni del 2021 sono stati particolarmente emblematici per un ritorno decisivo del racconto da star di Napoli e della sua storia, con l’alternanza tra antico e moderno, con un Castellitto che prova non senza evidente difficoltà a cimentarsi con un’opera eduardiana del calibro di “Sabato, Domenica e Lunedì” filmato e diretto niente di meno che da Lina Wertmuller nel 1990, ma non può non apprezzarsene la devozione, malgrado alcune evidenti forzature sulla scrittura e sbavature sulla sceneggiatura che mortifica l’opera letteraria e il moderno, firmato da Sergio Rubini che nella notte del 30 dicembre, ha messo in scena i Fratelli De Filippo, descrivendone gli esordi, la vicenda familiare e la gioventù vissuti nell’ombra di una storia difficile da concepire oggi giorno, con relazioni segrete e figli non riconosciuti.

Ciò nondimeno, l’arte, le capacità attoree e il genio dei tre fratelli De Filippo, probabilmente ereditati sul palcoscenico e incamerati dalle commedie  del padre, sono il riflesso e l’immagine di una Napoli, descritta come fonte ispiratrice, che resta sullo sfondo coi suoi vicoli, i suoi colori, la sua estrosità e i suoi odori, percepibili nonostante il filtro dello schermo.

E il 2022, che è appena iniziato, ripropone Napoli al centro dell’attenzione, con i suoi chiaroscuri, con le sue difficoltà e con le sue ambiguità…ma pur sempre palcoscenico unico, protagonista di un racconto importante per l’Italia e non solo, anche se alcuni cittadini partenopei non meritano di essere figli di questa città che bisogna rispettare e che basta infangare con omicidi la sera di Capodanno, strattonare con le rapine mortali nella notte della Vigilia di Natale rinunciando ad una vita per un pugno di euro, mortificare con invenzioni e stratagemmi furbeschi come i green pass falsi, demonizzare con l’alea nera di Gomorra e sfregiare con la volgarità del disordine e dell’anarchia.

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Pubblicato da Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo, funzionario del Miur, appassionata della mia città e della sua inesauribile cultura. Dotata di una passione sconfinata per la lettura, la scrittura e l'arte che Napoli offre in ogni angolo e in ogni suo tratto caratteristico.
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