Non si è trattato solo di sport, e nemmeno soltanto di spettacolo. La 44esima edizione del Meeting d’Estate andata in scena nei primi giorni di giugno a Ischia è stata qualcosa di più: un concentrato di emozioni, persone, storie e pallone. Un evento che ha lasciato il segno, e non solo perché ha riempito le tribune e fatto parlare tutti.
Ischia, come solo lei sa fare, ha accolto con il suo abbraccio fatto di mare, sole e bellezza una manifestazione ormai storica, che ha portato sull’isola un’ondata di entusiasmo. E questa volta, più che mai, l’energia si è sentita forte. Sui campi, certo, ma anche nei racconti, nelle strette di mano, nelle risate sotto i riflettori, nei volti di chi ha partecipato — come atleta, come spettatore o semplicemente come curioso.
Il calcio, quello che unisce
Al centro di tutto, ancora una volta, il calcio. Non quello patinato delle pay tv e dei milioni di euro, ma quello fatto di passione vera, di gente che gioca per amore del gioco e non per le copertine. Un calcio che si è mostrato nella sua forma più genuina: tornei, sfide, gare all’ultimo respiro e, soprattutto, un tifo caloroso e continuo. Le tribune piene parlavano da sole: il pubblico ha risposto presente, dimostrando che lo sport dal vivo, se ben organizzato, sa ancora trascinare e far sognare.
Non è un caso se l’ideatore e “patron” dell’iniziativa, l’avvocato Franco Campana, ha usato parole poetiche ma precise per descrivere questa edizione: «Anche in questo anno burrascoso la nave del Meeting Estate con il blasone del C.N.I. Fair play, ha ben solcato il mare giungendo felicemente in porto. E dalla banchina brindiamo allo sport che amiamo: il Calcio con Amore!».
Sì, amore. Perché è l’amore per questo sport, con tutte le sue luci e le sue ombre, che ha tenuto in piedi per 44 anni un evento che è diventato simbolo. Simbolo di continuità, di impegno, di voglia di ritrovarsi. Anche quando l’organizzazione diventa una sfida e ogni anno sembra più complicato portare a casa il risultato.
Dietro le quinte, tanto lavoro
Il successo del Meeting non nasce per caso. A renderlo possibile c’è una macchina organizzativa che ha lavorato per mesi. Luigi Castaldo, uno dei principali referenti dell’evento, insieme a Max Soria (produzione esecutiva), ha raccontato senza giri di parole quanto sia stato faticoso, ma anche gratificante, dare forma a questa edizione: «Abbiamo lavorato instancabilmente per offrire un evento all’altezza delle aspettative e il riscontro che abbiamo ricevuto da atleti, famiglie e appassionati ci ripaga di ogni sforzo».
Non è retorica: basta guardare le immagini di quelle giornate, ascoltare i racconti di chi c’era. Bambini che corrono con il pallone, anziani che si emozionano per una premiazione, genitori che filmano ogni istante. E poi applausi, strette di mano, sguardi complici. È in questi dettagli che il Meeting ha costruito il suo successo, edizione dopo edizione.
Naturalmente, eventi del genere non si fanno da soli. La rete di partner e collaboratori ha avuto un ruolo fondamentale: Chiquita, Climax, Ortopedia Ruggiero, SiderCampania sono solo alcuni dei nomi che hanno dato il proprio contributo per rendere possibile tutto questo. Ma a Ischia, come spesso accade, l’anima dell’evento resta umana, prima che commerciale.
La madrina che vive di calcio
Uno dei volti più amati di questa edizione è stata sicuramente lei: Emanuela Tittocchia. Attrice, conduttrice, ma soprattutto donna appassionata di sport, ha portato un’energia particolare alle serate del Meeting, in particolare durante gli eventi ospitati al Castello Aragonese.
«Finché c’è Ischia c’è speranza», ha detto tra una battuta e l’altra, visibilmente emozionata. E Ischia è davvero la sua isola del cuore. «Quando a un luogo così bello si unisce un evento straordinario legato al calcio, tutto si colora di significato. Mio padre era arbitro e giudice sportivo, a 4 anni mi portava allo stadio. Ho giocato, ho tifato, tifo ancora. Questo evento è stato bellissimo, ne sono fiera».
Il suo intervento non è stato solo di facciata. Ha condotto, ha parlato, si è confrontata con il pubblico, con gli ospiti, con gli atleti. Un modo autentico di vivere il ruolo di madrina, che ha contribuito a rendere il clima ancora più familiare e coinvolgente.
Non solo passato, ma anche futuro
Il Meeting d’Estate guarda già avanti. Nonostante le fatiche, l’edizione 2026 è già in cantiere. E se c’è una cosa che questi giorni ischitani hanno dimostrato, è che l’entusiasmo non manca. Anzi, cresce.
Certo, non è semplice far convivere sport, show, riflessione e aggregazione. Ma è proprio in questa difficoltà che il Meeting ha trovato la sua forza. Non si limita a replicare un copione, ma cerca ogni anno nuovi stimoli, nuovi ospiti, nuove idee. Sempre con lo stesso obiettivo: far vivere il calcio come momento di condivisione e festa, prima ancora che di competizione.
E poi c’è Ischia, che ogni volta sembra rinascere grazie a eventi così. Un’isola che resta nel cuore di chi ci passa, soprattutto quando è illuminata da una luce speciale, come quella del campo da gioco sotto il tramonto. Una luce che racconta, senza bisogno di parole, perché il calcio — quello vero — non passa mai di moda.