La Corea è spesso sulla bocca di tutti per le favolose serie tv che sforna e per il k-pop. Ormai è un paese lanciatissimo a livello internazionale e non un Giappone di serie b come qualcuno lo aveva etichettato.
Non solo per la tv e la musica, sempre più spesso troviamo nelle librerie testi di autori coreani ora tradotti anche qui in Italia. Mi arriva tra le mani un nuovo libro a tema LGBT dell’autrice Kim Hye Jin; titolo: A proposito di mia figlia, edito in Italia da Mondadori pp 144.
La storia in breve:
In una torrida estate, nel cuore di Seoul, una madre vede ritornare a casa la figlia trentenne: da anni ormai il loro rapporto si riduce a una cena settimanale dove, dietro ciotole fumanti di udon, si nascondono un’infinità di cose non dette…. La figlia si presenta in casa con la sua compagna e una carriera universitaria bruscamente interrotta a causa del suo coinvolgimento nella difesa di due colleghe omosessuali discriminate all’interno del campus.
Due ragazze innamorate, la madre di una delle due che fa fatica a comprendere il loro amore, la paura del giudizio altrui che in qualsiasi parte del mondo è sempre presente come una nuvola nera sulla vita delle persone. Due generazioni a confronto come spesso accade, l’apparente durezza della madre, donna devota al suo lavoro di infermiera e la forza caratteriale della figlia che cerca il suo posto al sole oltre la nuvola della vergogna. “Tutto il mondo è paese” mi sovviene da dire, in tutto il mondo il pregiudizio incombe sulle storie “diverse”.
La penna dell’autrice è delicata e tagliente, e come se stessimo osservando una scena teatrale, l’amore tra le due ragazze è inossidabile, quello tra madre e figlia messo a rischio dalle incomprensioni. Ma, nonostante tutto……..
L’autrice con già alle spalle varie pubblicazioni tra libri e racconti ha vinto con quest’ ultima opera il premio Shin Dong-yup, un riconoscimento letterario prestigiosissimo.
Sarei curioso di sapere se c’è qualcosa di autobiografico nel suo libro.
Da leggere tutto di un fiato!