L’avvento della rete, in maniera progressiva, ha cambiato il nostro modo di fruire le trasmissioni d’informazione, i programmi d’intrattenimento, i film e le serie. Anche la Rai, infatti, negli ultimi anni, ha deciso, per forza di cose, di puntare sempre di più sulla sua piattaforma online, chiamata Rai Play, sulla quale tanti e vari sono i servizi offerti. Questi, ora, possono essere visionati, pure on demand, attraverso tutti i dispositivi capaci di collegarsi a internet. Così l’elettrodomestico della televisione sta un po’ cedendo il passo, sebbene esso resti sempre centrale nelle case di ognuno di noi, come una componente necessaria dell’arredo. Ad ogni modo, oggi, a proposito di televisione, forse non tutti sono a conoscenza del fatto che ricorrono ben 67 anni dall’inizio della programmazione ufficiale che, appunto, cominciò il 3 gennaio 1954, a cura della RAI, in bianco e nero.
“La RAI Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”. Con queste parole, Fulvia Colombo, l’antesignana di tutte le cosiddette “signorine buonasera”, annunciò, dagli studi di Milano, l’inizio ufficiale del regolare servizio di trasmissioni televisive in Italia. L’evento, alle 11 del mattino, fu seguito da 15.000 apparecchi in tutta la nazione, distribuiti tra abitazioni e bar, dove si raccolsero migliaia di persone incuriosite. Dopo una breve introduzione musicale con il finale del “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini, la Colombo, come si diceva, primo volto femminile della storia della televisione nostrana, elencò i programmi della giornata. Chiaramente, si trattava di un palinsesto scarno che si aprì con la telecronaca dell’inaugurazione delle sedi RAI di Milano, Roma e Torino. Dipoi, seguì la rubrica “Arrivi e partenze” condotta dal giovane talento italoamericano Mike Bongiorno. Il pomeriggio, invece, fu dedicato allo sport e al cinema con la pellicola Le miserie del signor Travet di Mario Soldati. Alle 20.45, andò in onda il primo telegiornale regolare e la storica giornata televisiva si concluse con il teatro; venne trasmessa, infatti, L’osteria della posta di Carlo Goldoni. Infine, alle 23, al termine della programmazione del giorno, sullo schermo comparì il primo monoscopio RAI.
Nei mesi seguenti l’offerta televisiva, oltre a portare il Festival di Sanremo, si arrichì con il primo sceneggiato, Piccole Donne, e con il quiz “Lascia o raddoppia?”, che rese celebre Bongiorno. In aggiunta, in breve tempo, si allargò la platea dei contribuenti del canone che, nel dicembre 1958, raggiunse il milionesimo abbonato.
Volendo ripercorrere le successive tappe della storia della nostra televisione, innanzitutto, bisogna ricordare che la pubblicità approdò sul piccolo schermo nel 1957. Tuttavia, gli spot pubblicitari, in quegli anni, a differenza di oggi, avevano uno spazio di circa 10 minuti all’interno di quello che era il “Carosello”. Dal 1960, venne trasmesso il programma “Non è mai troppo tardi”, ovvero un corso per insegnare a leggere e a scrivere agli analfabeti, che all’epoca erano ancora tanti. Proseguendo, nello stesso anno, venne inaugurata pure la “Tribuna Politica”, un programma dove, per la prima volta, i leader politici iniziarono ad apparire in TV . Nel frattempo anche gli sport, quali il calcio e il ciclismo, presero a essere parecchio seguiti dal pubblico e, dal 1968, con le Olimpiadi in Messico, i programmi sportivi furono trasmessi in diretta. Dal 1961, poi, cominciò la sua attività anche il secondo canale Rai.
La Radio Televisione italiana, in aggiunta, produsse grandi sceneggiati di altissimo livello, come I promessi Sposi di Alessandro Manzoni, I Miserabili di Victor Hugo, La Cittadella di Cronin, fino all’Odissea di Omero. E negli anni Settanta, la Rai avviò pure la sua importante e vasta produzione cinematografica.
Oltre al servizio pubblico, a metà degli anni Settanta, presero vita i primi canali privati locali e, per fronteggiare la concorrenza, la Rai si ammodernò, dando il via al suo terzo canale. Nel frattempo, nel 1977, la televisione era diventata a colori, producendo una svolta notevole nella qualità delle immagini.
Passando, infine, agli anni Ottanta, invece, come possiamo ricordare, ci fu l’arrivo della Fininvest di Silvio Berlusconi, con Canale 5, Rete 4 e Italia 1. L’azienda cominciò a diffondere i suoi programmi non più a livello locale ma nazionale. In un primo momento, in realtà, le tre reti furono oscurate, perché la legge vietava ai privati di trasmettere a livello nazionale, ma poi il governo permise, appunto, al gruppo Berlusconi di trasmettere in tutta Italia. Dopo il monopolio del servizio pubblico della Rai, nacque così il noto doppio binario Rai-Fininvest (oggi Mediaset), il quale oggi deve, però, fare i conti con un’offerta ormai relamente enorme ed eterogenea.