“È vero che il poeta scrive le parole, ma è bello leggere la poesia tra una riga e l’altra, cioè nello spazio bianco, quello spazio che ti lascia la possibilità di fantasticare e di pensare al sottotesto.”
Il 1 agosto del 1942, nasceva a La Spezia uno degli attori, senza dubbio, più dotati e apprezzati nel panorama cinematografico italiano e mondiale, Giancarlo Giannini. Nell’augurargli i nostri più sentiti auguri di buon compleanno, non possiamo non ripercorrere le tappe più importanti della sua ricchissima carriera, durante la quale egli ha interpretato un’infinita carrellata di personaggi diversissimi tra loro. Grazie alla sua straordinaria versatilità, Giancarlo Giannini, infatti, con estrema credibilità e spiccata qualità attoriale, è passato dal vestire i panni del proletario a quelli del boss mafioso; è passato dalla commedia al dramma, utilizzando, per giunta, in scioltezza, tutti i dialetti parlati nel nostro Paese.
Come si diceva, l’attore è nato a La Spezia, ma all’età di dieci anni si trasferì con la famiglia a Napoli dove si diplomò come perito elettronico. Giannini, poi, studiò recitazione all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma e, dopo essere apparso in numerose produzioni teatrali e televisive, nel 1965 debuttò sul grande schermo in “Fango sulla metropoli” di Gino Mangini. Successivamente, seguirono molte altre apparizioni ma la vera e propria consacrazione, per l’attore, arrivò nel 1970 con “Dramma della gelosia – tutti i particolari in cronaca” di Ettore Scola. Fondamentale, poi, come sappiamo, fu l’incontro con la regista Lina Wertmüller, con la quale interpretò i personaggi grotteschi e ironici di “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, di Tunin di “Film d’amore e d’anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza”, di “Pasqualino Settebellezze”, del marinaio Gennarino di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”. Questi famosi ruoli, indubbiamente, lo portarono al grandissimo successo nazionale e internazionale e gli fecero vincere il Nastro d’argento come miglior attore, nel 1973, per “Mimì metallurgico”, nonché il premio come miglior attore a Cannes, sempre nel 1973, con “Film d’amore e d’anarchia”. In aggiunta, egli ebbe pure una nomination all’Oscar come miglior attore protagonista, nel 1977, per il ruolo di Pasqualino Settebellezze
Oltre che con la grande Lina Wertmuller, nell’arco della sua assai proficua carriera, Giannini ha lavorato con molti dei migliori registi italiani, tra i quali Luchino Visconti, per “L’innocente”; Sergio Corbucci, in “Il Bestione” e “Bello mio, bellezza mia”; Mario Monicelli in “Viaggio con Anita”, “I Picari”, “Il male oscuro”; Dino Risi in “Sessomatto”. Poi, possiamo ricordare anche il suo Salvatore Cannavacciuolo in “Mi manda Picone” di Nanny Loy, che gli fece attribuire il David di Donatello come miglior attore protagonista.
L’attore italiano, però, si è notevolmente distinto pure nel cinema americano; basti pensare a “Il segreto di Santa Vittoria” di Stanley Kramer; all’episodio “Life with Zoe” diretto da Francis Ford Coppola in “New York Stories”; a “Il profumo del mosto selvatico” di Alfonso Arau; ad “Hannibal” di Ridley Scott, con cui vinde il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista. Nel 2002, poi, Giannini fu il protagonista di “Ti voglio bene Eugenio”, diretto da Francisco Josè Fernandez.
Oltre ai premi già citati, egli si è visto attribuire altri tre David di Donatello: uno del 1995 come miglior attore non protagonista in “Come due coccodrilli” di Giacomo Campiotti e due come miglior attore protagonista, nel 1996, con “Celluloide” di Carlo Lizzani e nel 2002 con “Ti voglio bene Eugenio”. Poi, l’attore ha vinto altri due Nastri d’argento, uno del 1998 come miglior attore protagonista in “La stanza dello scirocco” di Maurizio Sciarra e uno condiviso con tutto il cast artistico maschile di “La Cena” diretto da Ettore Scola. Giannini, inoltre, ebbe un ulteriore Nastro d’argento come miglior doppiatore maschile nel 1994 per aver prestato la voce ad Al Pacino (uno dei tanti attori stranieri da lui doppiati) in “Carlito’s Way” di Brian De Palma.