Il 15 dicembre del 1966, veniva a mancare una delle personalità in assoluto più importanti del secolo scorso. Parliamo dell’uomo che, attraverso la sua fantasia, ha generato un universo meraviglioso, abitato da creature fantastiche, nel quale, ancora oggi, i più piccoli – e non solo -, si immergono, lasciandosi trasportare in una dimensione fiabesca, quella che i bimbi di ogni latitudine meriterebbero di vivere sempre. Per chi non l’avesse ancora capito, ci stiamo riferendo al leggendario Walt Disney, il papà di Mickey Mouse (Topolino), di Donald Duck (Paperino), e di tantissimi altri celebri personaggi che hanno accompagnato la nostra fanciullezza e che ancora portano la felicità a milioni di bambini e ragazzini in giro per il pianeta. Proprio in questi giorni che precedono il Natale, non a caso, le televisioni trasmetteranno molti capolavori firmati Disney, appunto per controbuire a creare un’atmosfera magica nelle nostre case.
Dunque, in questa data, è più che doveroso ricordare e omaggiare questo genio che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di noi tutti. Il suo stile semplice e inconfondibile, nonché la sua capacità di trasfigurare l’umano in animale, hanno fatto sì che le sue creazioni potessero arrivare alle grandi masse, generando un vero e proprio impero: fumetti, indumenti, giocattoli, videogiochi, negozi, parchi divertimenti (come Disneyland, fondata nel 1955 in California e imitata in molti altri paesi, tra cui la Francia).
Walker Elias Disney Junior (questo il suo nome) nacque il 5 dicembre del 1901 a Chicago. La sua vita fu contrassegnata da un’infanzia dura, prima nel Missouri, dove crebbe lavorando nei campi, e poi a Kansas City, dove, invece, consegnava i giornali insieme al fratello e al padre. Nonostante il duro lavoro, però, Walt riuscì regolarmente a diplomarsi nel 1917.
Il suo amore per il disegno, ben presto, si trasformò in professione; egli, infatti, cominciò a lavorare in un’agenzia pubblicitaria di Kansas City, dove incontrò pure il disegnatore Ubbe Ert Iwerks, il suo più stretto collaboratore negli anni successivi. Lavorando come ritagliatore di carta, Disney ebbe l’intuizione che avrebbe rivoluzionato l’arte del disegno, ovvero quella di far muovere gli inermi pezzi di carta e renderli, quindi, animati.
Insieme al fratello e a Iwerks, dunque, si trasferì a Hollywood e qui fondò la “Walt Disney Production”. Nel 1928, con un cartone animato a lui dedicato, nacque Mickey Mouse, il suo personaggio più famoso e rappresentantivo, considerato suo alter ego. Dopodiché, l’animatore produsse il primo lungometraggio a colori: Biancaneve e i sette nani (1937), cui fece seguire Pinocchio e Fantasia (1940). E poi ancora, possiamo citare capolavori quali Dumbo (1941) e Bambi (1942). Negli anni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, poi, nei cartoni animati di Disney iniziarono ad entrare anche personaggi umani. In tal senso, possiamo ricordare Cenerentola (1950), Alice nel paese delle meraviglie (1951), La bella addormentata nel bosco (1958), La carica dei 101 (1961) e il geniale e originale Mary Poppins (1964) nel quale, per la prima volta nel cinema, ai personaggi animati furono accostati attori reali.
Insomma, come si può facilmente evincere, la carriera di Walt Disney fu particolarmente intensa e lunga, tanto che riassumerla in un solo articolo è pressoché impossibile. Nell’arco dei suoi 34 anni di attività, egli registrò pure un record assoluto in termini di Oscar vinti, con 26 premi ricevuti, di cui 4 onorari.
Oggi, la sua è un’eredità vivissima. Sulla sua scia, seguendo i suoi insegnamenti e all’ombra del suo prestigioso nome, vengono ancora prodotti film di successo – ora, grazie alle nuove tecnologie, molto evoluti in termini di resa grafica -. Basti pensare, a dimostrazione di ciò, che la The Walt Disney Company continua ad essere la più grande e importante industria del cinema e dell’intrattenimento sulla Terra.