L’attore romano è morto a 80 anni, nel giorno del suo compleanno.
Aveva sempre scherzato sulla sua data di nascita Gigi Proietti e, ironia della sorte, è morto proprio nel giorno del suo 80esimo compleanno per gravi problemi cardiaci, dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva in una clinica romana.
Una carriera ricca, che lo ha visto protagonista per più di mezzo secolo in scena e sul set. Nato a Roma il 2 novembre 1940, appassionato musicista e cantante fin dalla giovinezza, durante l’università si avvicina al teatro. “I miei ci tenevano alla laurea ed io studiavo, si fa per dire, Giurisprudenza ma la sera mi esibivo. Poi il mio amico Lello, che suonava nella nostra band, una sera viene a vedermi e mi dice: ‘Devi fare questo’. Ho capito che recitare mi piaceva tantissimo, è diventata la mia vita. Ma per papà non era la scelta giusta, era preoccupato e mi ripeteva: ‘Prendi un pezzo di carta, se piove o tira vento è una sicurezza’“.
Un mattatore, artista geniale ed istrionico, che passa dalla musica (fa il verso a Louis Armstrong, diverte con Nun me rompe er ca’ ispirandosi agli Chansonnier) alle macchiette di Petrolini, per arrivare a Shakespeare. I primi successi dell’attore romano arrivano in una cantina in Prati in cui recita Brecht e poi con lo Stabile dell’Aquila diretto da Antonio Calenda. Ha iniziato a calcare le scene dagli anni 60, prendendo parte a diversi film, da Febbre da cavallo a Tosca. La grande occasione arriva però nel 1970 quando sostituisce Domenico Modugno, accanto a Renato Rascel nel musical Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini. Da allora è interprete e autore di grandi successi teatrali (tra i vari Caro Petrolini, Cyrano, I sette re di Roma) e, dopo aver recitato nel 1974 nel dramma di Sem Benelli La cena delle beffe accanto a Carmelo Bene, nel 1976 stringe un sodalizio con lo scrittore Roberto Lerici, con il quale scrive e dirige i suoi spettacoli rimasti nella storia; A me gli occhi, please è un trionfo, e lo riporta in scena nel 1993, nel 1996 e nel 2000.
Oltre al teatro, primo grande amore, gira film (Febbre da Cavallo, uno degli indimenticabili) e serie tv. Nel 1996 è protagonista della serie dei record d’ascolto Il maresciallo Rocca nel ruolo di un carabiniere ma prima ricordiamo Un figlio a metà ed Italian restaurant. In tv fa il varietà da Fatti e fattacci a Fantastico ma il teatro resta la sua vita e la sua passione che porta avanti anche nella sua scuola (tra gli allievi più celebri Enrico Brignano, Flavio Insinna e Giorgio Tirabassi ndr). Un talento vero anche nel doppiaggio: presta la voce a Gatto Silvestro, in coppia con Loretta Goggi (che fa il canarino Titti), e alle star: Richard Burton, Richard Harris, Marlon Brando, Robert de Niro e Dustin Hoffman. Doppia Sylvester Stallone che grida “Adrianaaaaa!”, nel primo Rocky. Di recente aveva partecipato alla nuova stagione di Ulisse con Alberto Angela.
Mattatore a teatro, showman assoluto, maestro per i più giovani, direttore e organizzatore, aveva pubblicato un’autobiografia dal titolo “Tutto sommato – Qualcosa mi ricordo” in cui scrive: ”Raccontare la propria vita non è cosa da tutti. Certo, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi come li spieghi a chi non c’era? I ‘faccio un goccio d’acqua’ sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?”, per arrivare a concludere che ”forse non è stato neppure come lo ricordi tu, perché nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso”.
Ora nel bellissimo cameo del Mangiafuoco nel Pinocchio di Garrone, tornerà ancora una volta al cinema con Marco Giallini e la regia di Edoardo Falcone in “Io sono Babbo Natale” annunciato, sempre che i cinema riescano a riaprire, per il 3 dicembre. E saluterà come piaceva a lui, in commedia.