Questo 2020 sicuramente non sarà facilmente dimenticato, ci lascia orfani della sua arte anche Alan Parker che dopo una lunga malattia si è spento all’età di 76 anni. Un regista poliedrico, legato alla musica e al musical che rinnovava nei suoi film dandogli quel tocco di immortalità, era capace di creare un filo diretto con il suo pubblico, affrontando temi anche molto complessi, come in Missipi Burning. Aveva iniziato la sua carriera come realizzatori di spot pubblicitari, un percorso seguito anche da molti altri suoi colleghi coetanei come Ridley Scott e Hugh Hudson.
Una gavetta che lo portò ad incontrare il duo Marshall e Puttnam, due grossi produttori britannici negli anni 70, che gli daranno fiducia per la realizzazione di Piccoli Gangster, che lo stesso regista commento come “Un’idea ridicola che non poteva funzionare”. Partì proprio lì la sua carriera, con quel musical spiritorso ispirato alle Simpatiche Canaglie, con bambini vestiti da gangster e il classico finale di torte in faccia. Da ricordare che nel cast sono presenti Scott Baio e Jody Foster e quel film, nato per divertimento, diventa un successo per il pubblico e la critica.
Soddisfatti del lavoro di Parker, Marshall e Puttnam gli rinnovano la fiducia e approvano un film drammatico “Fuga di Mezzanotte”, un film che ripercorre la storia autobiografica di Hayes, studente americano in Turchia che viene fermato e arrestato dalla polizia e condannato al carcere a vita per contrabbando di Hashish. Per la colonna sonora fu scelto Giorgio Moroder, che incorniciò quel piccolo gioiellino con un tema memorabile. Fu la definitiva consacrazione di Parker che ebbe un successo planetario con questo film e senza perdere troppo tempo lanciò un altro classico della cinematografia degli anni 80, quel Saranno Famosi che ha sfidato il tempo e lo spazio, un musical ambientato in un Accademia di arte che poco dopo diventerà una serie tv seguitisssima.
La carriera di Parker decolla, regala al pubblico titoli come “The Wall” tratto dall’omonimo album dei Pink Floyd, “Birdy”, film drammatico interpretrato da Nicholas Cage e Matthew Modine su due reduci del Vietnam, “Angel Heart” che come protagonisti Robert De Niro e Mickey Rourke, un horror psicologico che non convince troppo il pubblico, ma in breve tempo diventa un piccolo cult. Nel 1988 sfiora per la seconda volta l’Oscar grazie al film “Mississipi Burning“, trattando il tema del razzismo negli Stati Uniti nei primi anni 70, colpendo con immagini crude e molto realistiche il cuore e la pancia degli spettatori. Tre anni dopo si cimenta di nuovo con un film musicale e con ” The Committments” coniuga ironia, musica e voglia di emergere, in una Dublino che da pochi sbocchi. Un film dal gusto amaro, con una colonna sonora che è difficle da dimenticare e una regia impeccabile che gli farà vincere i Bafta l’anno successivo. Con Evita, del 1996, il regista praticamente termina il suo viaggio musicale, affidando a Madonna la parte di Evita Peron, in un film cupo, spettacolare e a tratti controverso. L’ennesimo successo planetario di una pellicola tanto realistica quanto contestato. Dopo questo film la carriera di Alan Parker subisce una piccola frenata, gira “Le ceneri di Angela” e nel 2003 “The life of David Gale” interpretato da Kevin Spacey sul difficile argomento della pena di morte negli Stati Uniti.
Dopo venticinque anni di carriera Alan Parker si ferma, non dirigerà più nulla e si dedicherà alla pittura con un velo di nostalgia per i set cinematografici. Quel che ci rimane di lui sono la sua immensa devozione verso il cinema e la musica e la capacità di coniugarli in attimi che lo hanno reso eterno.