Dopo una serie di diatribe in conferenza stampa in cui Chiara Ferragni è stata interpellata solo per rispondere dei testi del marito e la deputata di fratelli d’italia ha contestato la partecipazione di Rosa Chemical (asfaltata da Amadeus completamente), eccoci alla prima di una lunga serie di serate (sob)… Ad aprire le danze Gianni Morandi ed Amadeus che chiedono un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Turchia. Minuto che dura venti secondi, seguito da un minuto di applausi a Sergio Mattarella. E da qui fino alle 21.20 Benigni che cita l’articolo 21 della costituzione sulla libertà di manifestare le proprie idee. Un inno alla libertà di pensiero e di parola, che nel 2023 bisogna (purtroppo) ancora sottolineare.
A questo punto comincia la vera gara con la prima artista ad esibirsi, Anna Oxa, con il suo brano “Sali (Canto dell’anima)”, che però sembra uscita da un Sabbath senza l’anticrespo ed è presa da furori bacchici. Gianmaria, una nuova proposta, che porta “Mostro”, vestito in effetti come Frankestein ma con la formula “cciovane”: parlata in corsivo, vestiti di tre taglie in più e concept di uno scappato di casa.
Arriva la protagonista della serata: Chiara Ferragni con la pettinatura di Maria Antonietta, e con un messaggio dietro le spalle “Pensati libera”, perché, in effetti, non lo sei. La madrina presenta Mr Rain che porta sul palco una dozzina di bimbi e canta “Supereroi”: sembra il remake della pubblicità natalizia della Coca Cola.
I primi ospiti della serata sono Mahmood e Blanco che ripropongono il brano vincitore dell’anno scorso: “Brividi”.
Si susseguono un Mengoni con “Due vite” (finalmente una canzone che ha un minimo di senso), l’intervento di Elena Sofia Ricci e finalmente Ariete con un brano molto bello “Mare di guai” ed un look che spacca. Torniamo con i piedi per terra quando esce Ultimo con “Alba” che ci fa sprofondare nella sua depressione.
Finalmente Amadeus decide di recarsi da Piero Pelù (che con Sanremo non c’entra nulla) e decidono di fare la maratona di Sanremo percorrendo 8 km in diretta per arrivare al Suzuki Stage e cantare “Gigante”, che dall’alto dei suoi 62 anni e del suo giubbino di pelle per riscaldarsi continua a camminare per altri 7 km.
Arrivano i Coma Cose con “L’Addio” e lei sembra Vincenzo De Lucia quando imita Maria De Filippi. Una canzone sulla loro crisi di coppia. Quanta riservatezza.
Tripudio di Pooh che si “reunioniscono”, peccato non in playback, che ripercorrono tutti i loro più grandi successi: anziane che lanciano le dentiere sul palco.
E dopo la bellissima Elodie ricoperta di piume di struzzo, ecco il monologo di Chiara Ferragni alla se stessa bambina, un’affermazione di femminismo, del non aver paura di essere se stesse e di essere giudicate.
Leo Gassman, gran voce, pezzo molto orecchiabile, “Terzo cuore”.
All’improvviso esce Blanco che scassa tutti i fiori di Sanremo, come un pazzo indemoniato sfonda tutto il palco, la follia allo stato puro. Il tutto perché non sentiva la voce. Pensa se l’avesse sentita. A questo punto il pubblico fischia, lui farnetica, Amadeus invece di cacciarlo lo invita a cantare di nuovo dopo, Morandi incazzato nero si mette a spazzare. E dopo tutto ciò arrivano i Cugini di Campagna che cantano “Lettera 22”, con degli strumenti robotronici che ricordano quelli di Gino Fastidio.
Ed è a questo punto che tutto può succedere: arriva sul palco Gianluca Grignani con “Quando ti manca il fiato”. E invece Grignani fa una grande esibizione con un testo dedicato al difficile rapporto con suo padre. E’ poi la volta di Olly con la canzone “Polvere”: e togliamola questa polvere, ja. Indubbiamente sarà la canzone più passata in radio per i prossimi 15 anni. Colla Zio con “Non mi va”, molto funky, un pò di vita. Infine Mara Sattei con un brano scritto da Damiano David “Duemilaminuti”, una canzone molto classica ed elegante.
La prima classifica provvisoria della sala stampa vede in testa Marco Mengoni. La gara continua domani!