L’attesa, non lunghissima stavolta, è comunque terminata: 50 giorni dopo la fine dell’ultimo travagliato campionato, ricomincia la Serie A, e il Napoli di Rino Gattuso riparte dal “lunch match” di Domenica a Parma, contro i gialloblu del nuovo tecnico Fabio Liverani.
Per “Ringhio Star” l’inizio contro i ducali rappresenta un curioso “dejà-vu”, visto che proprio il Parma è stato il primo avversario affrontato (al San Paolo) dal tecnico calabrese al suo esordio sulla panchina azzurra, al posto di Carlo Ancelotti.
Non fu un inizio felice, visto che arrivò una sconfitta per 2-1, punteggio con il quale gli emiliani si imposero anche al ritorno con due rigori inesistenti concessi dal fenomenale arbitro Giua.
ANSA
L’allenatore azzurro non ha un buon ricordo nemmeno dell’ultima sfida contro Liverani, che l’anno scorso sbancò il San Paolo con il suo Lecce durante il miglior periodo del Napoli di Gattuso: anche quella volta, manco a farlo apposta, ad arbitrare era Giua, che in quel caso non concesse un rigore solare a Milik.
I giallorossi meritarono però il successo, frutto di un calcio propositivo e coraggioso, anche se praticato con giocatori di scarsa levatura: merito proprio di Liverani, e motivo in più per non sottovalutare il suo Parma Domenica.
Del resto, il Napoli arriva al “Tardini” con il cartello “lavori in corso” ancora ben visibile: nonostante la chiusura del mercato non sia più tanto lontana, gli azzurri devono ancora cedere un paio di pezzi pregiati (oltre a una serie di esuberi) per piazzare gli ultimi colpi, ammesso che ce ne sia la volontà.
In questi giorni, in modo fin troppo lento, si sta consumando l’addio ad Arek Milik, che saluta Napoli dopo 4 anni, due crociati saltati, 122 presenze, 48 gol, e la sensazione di un amore mai nato a dispetto dei numeri oggettivamente positivi.
Se Milik ha contribuito a rendere questo finale più amaro, rifiutando il rinnovo e complicando le strategie di mercato del Napoli con i suoi tentennamenti nell’accettare la Roma, in attesa di una (mai pervenuta gli azzurri) offerta della Juventus, va anche detto che in questi anni il centravanti polacco non ha ricevuto probabilmente la fiducia che meritava.
Non l’ha ricevuta dall’ambiente, che (forse ancora orfano di Higuain) è sempre stato severissimo con Arek, evidenziandone i gol sbagliati e dimenticando quelli segnati: la media gol/minuti giocati di Milik è tra le migliori in Serie A.
Non l’ha ricevuta nemmeno dal Napoli, che pur offrendogli il rinnovo non l’ha mai messo realmente al centro del progetto (ad eccezione forse dell’era Ancelotti), preferendo affidare le chiavi dell’attacco a Mertens, bravissimo, legatissimo alla società ad ai tifosi, ma oggettivamente meno prolifico nelle ultime due stagioni (oltre che molto meno giovane).
Per sostituire Milik il Napoli ha puntato forte sul nigeriano Osimhen, che ha incantato tutti nell’esordio in precampionato a Castel di Sangro, ma che, c’è da scommetterci, dovrà sudare per togliere il posto al “totem” belga.
Non è un caso che Gattuso abbia provato ad inizio ritiro il 4-2-3-1, per provare a far coesistere i due; contro il Pescara, però, è già iniziata una staffetta che molto probabilmente sarebbe stata riproposta anche a Lisbona contro lo Sporting, se l’amichevole non fosse saltata causa positivi al covid tra i lusitani.
L’ex allenatore del Milan sembra infatti non fidarsi ancora di questa soluzione tattica, e tutto lascia presagire che a Parma il Napoli si affiderà al caro vecchio, vecchissimo 4-3-3 con l’insostituibile Insigne (autentico feticcio gattusiano) unico certo del posto in attacco.
Se a destra del tridente dovrebbe spuntarla Politano, da sempre preferito da Gattuso a Lozano, al centro il ballottaggio Osimhen-Mertens è apertissimo, ma la sensazione è che, almeno all’inizio, anche in questo caso l’antico potrebbe prevalere sul nuovo, lasciando fuori i tre attaccanti apparsi più in forma in precampionato.
Oltre ad Osimhen e Lozano, che a Castel di Sangro hanno anche mostrato grande intesa, resterà infatti sicuramente in panchina Andrea Petagna, protagonista nell’ultima amichevole contro il Pescara, che appare comunque motivatissimo da questa avventura azzurra e che sembra pronto a giocarsi al meglio ogni occasione che gli verrà concessa.
Il resto della formazione sembra scontato, con Demme affiancato da Fabiàn e Zielinski in mezzo, e con la difesa a 4 guidata (chissà ancora per quanto) da Koulibaly, con Di Lorenzo, Manolas e Mario Rui a completare il reparto.
In porta, salvo cataclismi, andrà Ospina, la cui bravura nei passaggi di 3 metri previsti dall’imprescindibile “costruzione da dietro” tanto cara a Gattuso sembra sufficiente a farlo preferire a un fenomeno come Meret.
Poche le novità all’orizzonte per l’esordio di Parma, dunque, ma non è detto che Gattuso non decida di sorprendere con scelte diverse e più coraggiose: la cosa importante, comunque, e che le scelte che verranno fatte si rivelino azzeccate e consentano agli azzurri di ripartire con il piede giusto.