Quando si sente pronunciare il nome di Cardarelli, automaticamente il nostro pensiero va immediatamente al principale ospedale della città. Il più grande nosocomio di tutto il Meridione, infatti, è stato intitolato proprio al medico di origini molisane, a riprova del suo enorme valore sia per la medicina che per il popolo napoletano.
Antonio Cardarelli nacque a Civitanova del Sannio nel 1832 e, dopo gli studi classici in seminario, si trasferì a Napoli per studiare medicina, laureandosi all’età di soli 22 anni. Nel capoluogo campano, il giovane entrò in contatto con i grandi maestri della scuola medica partenopea, della quale lui stesso ne diventò un membro. Il Cardarelli era uno specialistica in quella che è la Semeiotica, e cioè la tecnica che mirava all’individuazione delle patologie attraverso l’analisi dei segni sintomatici. Il suo metodo che, come docente universitario, tramandò ai suoi allievi, era quello che lui stesso definì dell’ dell’observatio et ratio. Si narra, che egli riuscì a diagnosticare un aneurisma all’aorta a un pescivendolo semplicemente sentendolo urlare, oppure una laringite a un cantante, dopo averlo ascoltato a teatro. Ma il caso più noto è quello legato al cancro alla pleura di papa Leone XIII. Difatti, senza neppure visitare il papa di persona, ma concentrandosi sulla lettura dei bollettini medici, Cardarelli gli diagnosticò il male terribile, mentre tutti gli altri erano convinti che fosse una pleurite. Solo dopo la morte del pontefice fu chiaro che il medico di Napoli aveva sempre avuto ragione .
La sua fama scatenarono l’invidia di molti suoi colleghi, e per cercare un modo per screditarlo agli occhi di tutti, decisero di organizzare uno scherzo. Sottoposero all’attenzione del professore un paziente che, a detta loro, era completamente sano. Il Cardarelli, dopo averlo visitato, gli sentenziò una diagnosi di neurite cronica, suscitando l’ilarità dei presenti, i quali sempre ridendo gli svelarono la messa in scena. Il dottore, però, non si scompose, rimase convinto del suo verdetto. Sette giorni dopo, il paziente morì per la patologia sentenziata dal Cardarelli.
Il talento e il suo occhio clinico lo resero molto noto tra la gente, facendolo acclamare dalla folla quasi come un santo. Erano moltissimi che ogni giorno, accorrevano presso la sua abitazione in via Costantinopoli per avere un suo parere di medico, ed egli si prestava a curare di buon grado tutti.
Cardarelli fu, anche il medico personale di Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Umberto I per i quali non nascose delle simpatie politiche. Sempre da liberale, nel Regno d’Italia, partecipò, sia in qualità di deputato che in quella di senatore, a ben sette legislature. Durante questi mandati in Parlamento, il Cardarelli si spese molto non solo sulle questioni igienico-sanitarie dell’Italia intera, ma anche sulle problematiche del suo paese di origine, il Molise, unica regione del Regno a non avere un ospedale.
Il medico morì a Napoli nel 1927, all’età di novantasei anni, ”.