Autore:Abbad Yahya; casa editrice MReditori; anno prima pubblicazione 2020; pp 250
Trama
Un giallo. La storia di un omicidio. Secondo Ahmed Barak, procuratore generale della Palestina, l’opera non è un giallo, ma un libro che parla di sesso e di gay, violando così la pubblica moralità.
Le mie impressioni
Già dalla breve trama questo libro mi fa pensare molto e concordo che non si tratta affatto di un giallo. Siamo in Palestina, terra dilaniata dalla guerra e dove per tutti è difficile vivere. Curiosa l’idea dell‘ autore di scrivere un libro che parla di un uomo gay represso, attento osservatore di se stesso e degli altri, che poi, nelle ultime cinquanta pagine del libro viene indirettamente coinvolto in un omicidio. E sarei ulteriormente curioso di capire se l’autore l’ha fatto apposta per evitare qualche tipo di censura, oppure il tutto è volutamente sconclusionato!
Il protagonista è uno studente che convive con altri tre coinquilini. Condividono sporcizia e film porno uditi ad alto volume. Finché un giorno lui non decide di ricercare la sua indipendenza, quindi lascia gli studi e si cerca un lavoro. Osserviamo la vita di un giovane (e lui stesso che si racconta) che disprezza tutto e tutti ed è oltremodo cinico e bugiardo.
Poi c’è Dunia è una ragazza “fantasma” di cui lui racconta, esiste forse più nella sua testa che nella reale. Si nasconde “dietro”di lei per non affrontare qualcosa di più grande e più difficile da gestire. Intanto tra le pagine inizia a trapelare la verità. Le esperienze da ragazzino come provare a praticarsi la fellatio da solo o spiare gli uomini nei bagni.
Un libro che va letto tra le righe!
Il suo rapporto conflittuale con la religione, le “minacce” del Corano per chi è come lui, gli sguardi indagatori che si sente puntati addosso. Preferisce stendere i panni e lavare a terra invece che partecipare alle manifestazioni dell’ Intifada (Intifāda in arabo انتفاضة?: “intervento”, “sussulto” è un termine arabo che vuol significare “rivolta“, “sollevazione”, ed è entrato nell’uso comune come nome con cui sono conosciute le rivolte arabe. L’intifāda è uno degli aspetti più significativi degli anni recenti del conflitto israelo-palestinese, fonte: wikipedia)
L’arrivo di Ra’Uf chiarisce un po’ le cose. Il suo nuovo compagno è enigmatico e pieno di donne. Lo incontra nel bar in cui ora lavora. Da dietro a qual bancone impara ad osservare le persone in silenzio, come se il mondo fosse un grande acquario da osservare, e trarre le dovute riflessioni. Anche Ra’Uf d’improvviso sparisce.
Il libro non trasmette emozioni, è asettico di sentimenti, gli avvenimenti accadono senza trasmettere ira, veemenza, costernazione. E come dicevo: il protagonista diventa una sorta di testimone di un omicidio di una giovane ragazza, avvenuto fuori al bar in cui lavora.
Questo confonde il lettore, sembra che inizi un altro libro, ossia: la storia di Wisam il fidanzato disperato della ragazza uccisa.
E il protagonista che fine ha fatto?